Cuba, avanguardia contro la barbarie.

di Juri Carlucci, Dipartimento esteri PCI

 

Ernesto Guevara nel 1961 a Montevideo, in risposta al messaggio del presidente Kennedy all’Organizzazione degli stati americani (OSA), ebbe a sostenere: “I popoli possono fare realizzazioni enormi quando sono mossi dalla fiamma rivoluzionaria quando tutte le piccole soddisfazioni della vita quotidiana si perdono e si trasformano”. La Rivoluzione a Cuba dopo quasi sessant’anni resiste. E resiste in un momento a dir poco drammatico della storia contemporanea.

Fidel Castro, il Comandante Eroe, è morto 17 giorni dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America, che tornavano ad avere, dopo decenni, rapporti diplomatici ufficiali con l’Avana. Due eventi significativi erano già entrati nelle cronache dei giornali di tutto il mondo: la visita di un presidente USA a Cuba, nel marzo del 2016, dopo un’assenza lunga 88 anni e il voto dell’ONU il 25 ottobre dello stesso anno, sulla cessazione del blocco economico e finanziario ai danni dell’isola caraibica in atto dal 1962: un voto sul quale solo gli Stati Uniti si sono astenuti.

L’Europa dunque si è schierata compatta per la fine dell’infame restrizione, tanto da portare il negoziatore-capo europeo Christian Leffler a firmare con il governo cubano, un anno fa, a L’Avana, una nuova intesa che comprende interscambio e aiuti economici per modernizzare la pubblica amministrazione. Decisione, questa, che ha registrato tra le voci critiche contro gli USA anche quelle di Mogherini, ministro degli esteri europeo: «L’embargo americano è completamente obsoleto. Il blocco è una misura che appartiene a un altro secolo. Ora le priorità sono dialogo e cooperazione», ha dichiarato infatti alle agenzie di stampa.

Insomma, appaiono lontani anni luce i tempi in cui l’Unione Europea applicava sanzioni contro Cuba, mossa dalla perversione di alcuni governi – tra cui quello spagnolo guidato da Aznar – e il Consiglio della UE addirittura alzava un muro pretestuoso assumendo una posizione collettiva irrispettosa di una Repubblica, membro ONU, che vive grazie allo spirito rivoluzionario di milioni di uomini e di donne. Nel 2005 le sanzioni terminarono e il governo cubano ripristinò con tutti gli stati UE i rapporti diplomatici interrotti. Possiamo ormai affermare che Cuba è sopravvissuta, non senza perdite enormi che prima o poi un tribunale internazionale dovrà giudicare e valutare, contro un blocco americano e contro un blocco europeo!

Dove si trova la forza di Cuba? Non v’è movimento di liberazione contro neoliberismo, capitalismo e fascismo che ancora oggi non sia illuminato dagli scritti del Che, dall’epopea della Sierra Maestra, dalle gesta dei castristi, dalla Battaglia di Santa Clara. Cuba non è solo coreografia, una scena turistica, un ballo o un racconto d’autore. L’Avana ha rapporti di altissimo livello con la Cina e il Vietnam, con la Santa Sede e con giganti dell’America Latina come Venezuela e Brasile. Settimanalmente i capi di stato e di governo e leader di partito da ogni parte del mondo raggiungono l’isola caraibica per allacciare relazioni, stringere nuovi accordi di cooperazione, rinsaldare amicizie tra partiti fratelli. A Caracas come a Berlino, a Roma come a Londra, ad Hanoi come a Citta del Capo, partiti comunisti, dei lavoratori, anticapitalisti, marciano con le bandiere cubane dimostrando la loro solidarietà alla maggiore delle Grandi Antille e solo alcune settimane fa a Parigi, in piazza alla Bastiglia, il Partito comunista francese ha dichiarato contro l’embargo: “Il PCF continuerà ad esigere la fine di questa politica anacronistica e riafferma tutta la sua solidarietà al popolo cubano che resiste e si batte per la sua dignità”.

Embargo, el bloqueo, una misura drastica restrittiva della attività commerciale, economica e finanziaria imposta dagli Stati Uniti d’America contro Cuba all’indomani della rivoluzione castrista che cambiò completamente il volto politico ed economico dell’Isla. Il 16 aprile 1961, quattro giorni dopo che l’Unione sovietica spedi il primo uomo nello spazio, Castro dichiarò Cuba Stato socialista. La reazione fu immediata: dal tentativo fallito alla Baia dei Porci, agli attentati, al blocco navale; J.F.Kennedy non fece altro, imponendo l’embargo, che entrare nel solco scavato da Eisenhower. Cuba doveva piegarsi o soccombere. Oggi, con rispetto, possiamo affermare che il Comandante Fidel Castro ha vinto una guerra che chiunque altro, ad altre latitudini, avrebbe probabilmente perso.

Cuba vive il suo primo anno senza la sua guida del Comandante en Jefe de la Revolución Fidel. Nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo dall’assassinio di Ernesto Guevara, il testimone passa nelle mani dei giovani. I giovani e i giovanissimi ricevono una educazione scolastica completamente gratuita e sono avvicinati alla politica e al rispetto per la patria rivoluzionaria e allo studio della storia e delle gesta dei padri fondatori della Republica, mediante organizzazioni ben strutturate e radicate in tutta l’isola. La Unión de Jóvenes Comunistas (UJC) e la Organización de Pioneros José Martí accompagnano i primi passaggi nella vita di ogni rivoluzionario cubano. Quest’anno hanno ricordato il Guerrillero Heroico a Santa Clara con un campeggio, momento di discussione e di studio dell’opera del Che. Il prossimo appuntamento, la Giornata internazionale dei Lavoratori, sarà appunto dedicata proprio ai giovani e alle giovani, che avranno l’onere e l’onore di continuare sulla strada aperta sessant’anni fa, sotto il motto “La nostra forza è l’Unità”.

Il Partito comunista italiano è con Cuba, al suo fianco, partecipe dello sforzo rivoluzionario quotidiano e rinsalda la sua amicizia incondizionata verso la Repubblica cubana, il suo popolo e il Partito comunista cubano. Nella lotta contro imperialismo e capitalismo, noi comunisti vogliamo essere argine alla barbarie e allo sfruttamento, faro per le nuove generazioni e per i proletari, stimolo per tutti gli uomini e le donne che chiedono giustizia e pace per i popoli. Vogliamo costruire un grande Partito comunista per tenere alta insieme alla bandiera rossa la bandiera vittoriosa di Cuba.

 

 

 

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