DOPO LA GBU-43 DI TRUMP: NO ALLE BOMBE DEL  DOTTOR STRANAMORE!  RICOSTRUIRE IL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA

di Segreteria Nazionale PCI

Il dottor Stranamore ha sganciato la bomba. Donald Trump, il presidente del più potente Stato imperialista – gli Usa – che in questi anni ha versato il sangue di centinaia di migliaia di civili inermi, oggi dà dell’animale ad Assad mentre in poche settimane bombarda lo Yemen e la Siria; minaccia non tanto velatamente Mosca e Pechino; rafforza la presenza navale militare USA nei Mari del Sud della Cina; stanzia altri milioni di dollari per trasformare le squadre nazi-fasciste a Kiev in uno strutturato esercito filo americano di repressione e conquista dell’Ucraina; prosegue le politiche “golpiste” già messe in campo da Obama in America Latina; invia la propria “armada” navale nei mari della Corea del Nord. Ed ora – per terrorizzare i nemici e l’intero mondo – giunge a far esplodere in Afghanistan una bomba GBU-43 di 11 mila tonnellate di esplosivo, seconda sola alle bombe atomiche. Siamo già all’orrore. Ci chiediamo: quanti morti, quanta distruzione in Afghanistan dalla GBU-43? Lo sapremo mai? Lo riveleranno mai i media occidentali asserviti ai voleri imperialisti?

Trump alza i toni. Qualcosa di profondo è accaduto  perché – oggi – una nuova guerra mondiale non sia solo una minaccia evocata “follemente” da un presidente Stranamore, ma un verosimile progetto di una parte considerevole e oggi dominante dell’establishment USA e della NATO mondializzata.

Il punto è che gli USA, sul piano dell’egemonia economica mondiale, avvertono il proprio indebolimento e il proprio declino; il punto è che non sanno come reagire, ad esempio, al titanico progetto cinese di sviluppo economico – che per realizzarsi non può che essere pacifico ed emanatore di pace mondiale – delle “Nuove Vie della Seta” che dai Mari del Sud della Cina si dispiegano per il mondo. Il punto è che gli USA rispondono alla loro crisi di egemonia inviando nuove navi di guerra in quei Mari del Sud e in Corea del Nord, aprendo il fuoco e la minaccia di guerra sul piano  planetario.

Davvero, la crisi è profonda e la guerra mondiale una concreta possibilità.

Mai come ora il primo obiettivo è la lotta contro la guerra, la mobilitazione di massa per la costruzione della pace.

La realtà delle cose si impone sopra ogni eventuale e residua ipocrisia; non vi possono essere più dubbi, da parte di nessuno: il primo nemico della pace nel mondo, il primo nemico dei popoli è l’imperialismo USA. Da qui occorre partire, anche nel nostro Paese, per ricostruire un’alleanza vasta e militante tra comunisti, forze della sinistra, democratiche, sindacali, intellettuali, religiose, al fine di rimettere in campo un movimento di massa contro la guerra che il terrorizzante urlo imperialista nel mondo richiede.

Per il PCI questa è l’ora, non rinviabile.

 

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