PRIMO INCONTRO TRANSNAZIONALE “SEMBRANDO PAZ” PER LA PACE IN COLOMBIA. UNA PACE NECESSARIA: UNA PACE POSSIBILE?

di Giusi Greta Di Cristina, responsabile nazionale Dipartimento Esteri PCI per le relazioni con l’America Latina

Si è svolto lo scorso fine settimana a Roma, il primo Incontro Transnazionale per il processo di pace in Colombia, un incontro per comprendere meglio quali gli attori e le modalità attraverso cui si sta sviluppando uno degli eventi che da molti anni si attende in America Latina e nel mondo.

L’incontro è stato voluto dall’Associazione MFAM, Migrantes y Familiares di Roma e da tutta una serie di partner attivi nella solidarietà coi Paesi dell’America Latina, come l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, il Centro de Estudios Sociales y Culturales de la Memoria (Cesycme), il Foro Internacional de Víctimas (FIV). Il progetto ha inoltre ricevuto il sostegno dell’on. Giovanna Martelli.

Tanti e diversi gli interventi: scrittori e giornalisti certo, ma anche vittime dello Stato della Colombia e rifugiati politici. Molto ricco anche il parterre degli esponenti diplomatici presenti in sala, dall’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela a quella del Nicaragua, dell’Ecuador e del Cile. Collegamenti video con ex combattenti delle FARC-EP e professori che hanno mostrato gli aspetti più salienti del processo di pace in corso. Presenti anche il PCI, PRC e Patria Socialista.

Tale accordo si sviluppa su alcuni punti fondamentali: il diritto alla libera espressione dell’opposizione politica e la partecipazione popolare; la riforma agraria che ridia ai contadini la propria terra; la soluzione al problema della droga che sostenga un miglioramento della vita dei contadini con l’appoggio alla riconversione delle coltivazione e la confisca dei beni dei narcotrafficanti; la giustizia per le vittime attraverso la ricostruzione storica di quanto avvenuto negli anni del conflitto.

Dopo cinquanta anni di conflitto tra FARC-EP e governi, l’accordo di pace siglato a l’Havana ha rappresentato un evento che abbiamo definito epocale, per i contenuti che reca e per gli obiettivi che si pone.

Rimane da capire se vi sarà l’intenzione, fino alla fine, di seguire quanto scritto e deciso, senza tentativi di colpi di coda: non pochi osservatori latinoamericani hanno parlato, infatti, di un accordo di pace che non del tutto rassicura i colombiani, dato che le violenze nel Paese non si sono arrestate nemmeno dopo che le due maggiori forze hanno siglato l’accordo. Altre forze continuano ad agire sotto forma di guerriglia, altre morti vi sono state, altra insicurezza è stata messa in campo.

Molti gli interrogativi che questo accordo di pace fa nascere relativamente al passato più recente e al futuro prossimo del subcontinente americano: anche gli accordi di pace firmati in El Salvador nel 1992 avrebbero dovuto porre fine per sempre alla guerra intestina tra estrema destra (ARENA) e fronte di liberazione popolare (FMLN) (Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional), ma a guardare l’oggi si registra che l’estrema destra dimentica ben presto le promesse, anche se firmate, e dimentica soprattutto la democrazia. Cosa che, identica, sta avvenendo in Venezuela, ad esempio.

Ci auguriamo che questa sia un’altra storia. Auguriamo al popolo colombiano il conseguimento di una pace aspettata, voluta, meritata. Ci aspettiamo che vengano rispettate le necessità e i bisogni dei cittadini colombiani e che vengano frenate le possibili ingerenze esterne, che troppo spesso in Colombia hanno agito con l’ausilio dei governi locali.

Anche qui, come altrove, che venga rispettata l’autodeterminazione dei popoli e il diritto ad un futuro di pace e sviluppo.

A questo link il video dell’interventi della Compagna Di Cristina all’Incontro Trasnazionale per il processo di pace in Colombia: https://www.youtube.com/watch?v=LmnGdhM447w

 

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