Allarme neofascismo

di PCI – Comitato Regionale Toscana

Serve una mobilitazione di popolo. Per noi il”vento fischia ancora”!

Il Comitato Politico Regionale del PCI, denuncia con preoccupazione il riemergere del fenomeno neofascista. Anche in Toscana, terra di solide tradizioni democratiche ed antifasciste, nelle ultime settimane da Massa Carrara (Provincia decorata di Medaglia d’Oro per la Guerra di Liberazione e la Resistenza) a Siena, da Grosseto e la Maremma a Certaldo e alla Provincia di Lucca, formazioni richiamantesi al fascismo quali Forza Nuova e CasaPound, hanno dato vita a manifestazioni apologetiche, inaugurato sedi, commemorato squadristi e picchiatori, provocato e minacciato studenti, invaso in maniera vergognosa piazze e luoghi pubblici, inneggiato ai (dis-)valori del razzismo, dell’odio razziale e del fascismo. Il tutto in un contesto di crescente e provocatoria ostentazione di parole d’ordine, di simboli e motivi riconducibili ad una galassia nazista e neofascista troppo a lungo sottovalutata.  La rete, formidabile strumento di circolarità delle notizie e primario veicolo di contatto soprattutto tra le nuove generazioni, ha visto il massiccio crescere di siti dedicati al sostegno ed alla diffusione dell’ideologia e della pratica fascista. Comportamenti di indifferenza e nuovo qualunquismo frutto di una lunga ed interessata opera di cancellazione della memoria storica; sono venuti via via saldandosi in questi anni in parti non secondarie anche dei nostri territori e delle nostre città, ad una miscela di disperazione sociale, nuova emarginazione, assenza di speranze e di futuro. Servono risposte politiche. Serve uno scatto popolare. In tal senso il Pci aderisce pienamente alle motivazioni che stanno  alla base della “Giornata Antifascista”, indetta  in data odierna dall’Anpi in tutto il PaIl quadro è critico e non va derubricato a folclore nostalgico. Serve riattivare, borgo per borgo una forte vigilanza democratica. Serve che lo Stato e i suoi organi periferici intervengano senza sottovalutare o minimizzare il fenomeno, lasciando così che vecchi rottami e nuovi attori del nazismo e fascismo, imbrattino e divelgano lapidi dedicate in ogni dove in Toscana ai caduti partigiani, ai nostri morti e “maggiori”. Su chi tutto ha dato fino all’estremo sacrificio della vita senza nulla chiedere per sé riscattando la dignità e l’indipendenza d’Italia dalla vergogna dell’occupazione, complici i traditori fascisti; non si scherza! Ma l’intervento istituzionale in coerenza con quanto stabilito in Costituzione non basta. Bisogna dar vita ad una reazione di popolo. Per loro allora e il patrimonio politico che ci hanno consegnato; per noi oggi ed il cambiamento a cui puntiamo nel segno di quella straordinaria stagione politica. Si faccia crescere la mobilitazione democratica. Occorre educare e chiamare all’impegno antifascista e alla battaglia per l’attuazione della Costituzione una nuova leva di giovani e ragazze. Occorre tessere una rete di comportamenti ed eventi tesi a riaffermare, territorio per territorio, Casa del Popolo per Casa del Popolo, in ogni luogo di studio e di lavoro, le ragioni morali storiche e politiche che hanno sostenuto la lotta Antifascista e quella di Liberazione alla cui testa, tra i tanti e le tante, per numero e abnegazione furono per primi i comunisti. Tra la Resistenza di allora e quella di oggi vi deve essere una saldatura nuova, fresca, vera. Dovunque vi è un attentato alla Pace, un disoccupato e un povero, dovunque vi è un diritto civile e sociale disconosciuto, dovunque un ingiustizia schiaccia ed umilia un essere umano, lì per il Pci la Resistenza è ancora viva e reclama risposte di libertà, di emancipazione e riscatto sociale. Per noi comunisti il vento fischia ancora! La Resistenza non è mai morta. (Ponte a Elsa, 27 maggio 2017)

 

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