ATTACCO GIUDIZIARIO A LULA

di Giusi Greta Di Cristina, CC, Dipartimento Esteri PCI- Relazioni con l’America Latina

Durante la giornata di mercoledì 12 luglio, un altro colpo è stato inferto alla democrazia in Brasile.

L’ex presidente Luis Ignacio Lula da Silva, è stato condannato a nove anni di prigione per corruzione. Un’accusa per corruzione basata, come dichiarato dallo stesso giudice Moro, non su prove ma su “indizi”. Nello specifico si tratta di insinuazioni che alcuni giornali anti-lulisti avrebbero avanzato negli ultimi mesi, che addurrebbero al leader della sinistra brasiliana reati quali corruzione e riciclaggio.

Non esiste una sola prova, però, che incrimina Lula: solo un tentativo malcelato di attaccare politicamente colui che viene ormai visto come probabile competitor, con buone possibilità di vittoria, delle elezioni politiche che avranno luogo in Brasile nel 2018.

Nello stesso giorno in cui Moro condanna Lula viene approvata dal governo Temer una legge “trabalhista” di stampo neoliberista che toglie al lavoratore brasiliano ogni tipo di protezione, continuando quel percorso che il Brasile intraprese con il governo di ultradestra dei militari golpisti.

Tutta la sinistra, dai movimenti ai partiti, è scesa immediatamente in piazza – e continuerà a farlo – in difesa del suo ex presidente e in appoggio al PTdoB, di cui Lula è stato tra i fondatori.

È giusto ricordare che mentre per Lula delle insinuazioni giornalistiche gli sono valse una condanna a nove anni, per Temer e Neves le prove di corruzione non sono al contrario servite per destituirli.

Il Brasile continua a vivere, dunque, in questo presente per nulla democratico, in cui le oligarchie finanziarie e della comunicazione decidono del futuro di milioni di abitanti.

Lula ricorrerà in appello e presenterà ricorso all’ONU, per questo attacco vigliacco e pretestuoso, da parte di un giudice che si serve della toga per favorire la destra golpista del Paese.

Il PCI denuncia la persecuzione attraverso mezzi giudiziali di cui Lula è vittima ormai da troppo tempo e senza esitazione sta accanto ai compagni del PTdoB e di tutta la sinistra brasiliana che, in questo momento, sta difendendo nelle piazze e nei posti di lavoro la propria dignità, la democrazia, il diritto di scelta.

FORA TEMER!

 

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