MENTRE A PALAZZO S. LUCIA SI DISCUTE, LA CAMPANIA BRUCIA

di Segreteria Regionale PCI Campania

In Campania- come è accaduto in altre regioni del Mezzogiorno- negli ultimi giorni decine di incendi hanno distrutto ettari ed ettari del patrimonio forestale provocando danni enormi al paesaggio, alla fauna e alla flora, creando panico e giustificato allarme nella popolazione, distruggendo edifici, mettendo in ginocchio l’economia forestale. Siamo di fronte ad un disastro che non è una catastrofe “naturale”, ma la conseguenza scellerata di azioni criminose e di responsabilità politiche.

I mandanti di questo delitto perpetrato a danno delle comunità, dell’ambiente e del nostro territorio mostrano, infatti, in maniera chiara ed inequivocabile il tratto distintivo della malavita e della cattiva politica.

Della malavita perché tutti i roghi sono di origine dolosa e sono andati a colpire aree sottoposte a vincolo ricadenti in Parchi regionali.

Della cattiva politica perché ad essere determinanti sono state le scelte politiche irresponsabili e superficiali compiute a livello statale e regionale.

Il Partito Comunista della Campania denuncia che l’aver smembrato il Corpo Forestale dello Stato è stata una decisione politica improvvida che ha prodotto danni incalcolabili e lasciato dei vuoti nella gestione dell’emergenza incendi che ha colpito tutta l’Italia meridionale.

Denuncia  poi le enormi responsabilità di inadempienza del governo regionale di De Luca legate alla prevenzione degli incendi che, come ha dichiarato, il Direttore regionale dei Vigili del fuoco in Campania, nonostante fosse stato più volte sollecitato, ha manifestato la propria indisponibilità alla stipula di una convenzione che prevedesse il coinvolgimento dei Vigili del Fuoco nelle attività di lotta attiva e prevenzione degli incendi boschivi, né ha ancora approvato il nuovo Piano Antincendi boschivi.

 

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