TESI 10

ITALIA: IL QUADRO POLITICO E IL COMPIMENTO DELLA MUTAZIONE

GENETICA PCI/PDS/DS/PD

1.Il Partito Democratico (Pd)/partito della nazione di Renzi è un tentativo organico di uscire dalla lunga transizione del sistema politico italiano, costruendo una nuova ( integrazione Veneto) rappresentanza di un nuovo equilibrio dei (idem) diversi settori delle classi dominanti italiane e tra queste gli interessi capitalistici internazionali. Una nuova rappresentanza politica che si pone anche il problema di ricostruire un’egemonia borghese su una società devastata dalla crisi. Da questi obiettivi derivano le caratteristiche decisive del “renzocentrismo”: un populismo di governo che ha nell’ideologia del fare la sua cifra; il giovanilismo; il rapporto con i poteri forti nazionali e internazionali; una capacità spettacolare di incanalare dentro l’alveo del partito della Nazione gruppi di potere di ogni provenienza e di riciclare ceto politico di ogni risma. L’accordo con Berlusconi, decisivo per la nascita del renzismo, così come l’assimilazione di Verdini ed Alfano (ed il passaggio di intere filiere politico-affaristico direttamente nelle file del Partito Democratico) non sono solo manifestazioni di tradizionale trasformismo, sono perni di un progetto politico forte quanto pericoloso.

2.In questo quadro le deboli iniziative della cosiddetta sinistra Pd così come le stesse speranze di ricostruire,domani, il centrosinistra che albergano in Sinistra Italiana sono fuori dalla realtà e non aiutano a dare sbocco politico alle sofferenze di una vasta opinione pubblica democratica sconcertata dai comportamenti e dalle scelte di Renzi. Il Pd ed i suoi alleati vanno combattuti sulla scena politica nazionale ed in ogni territorio, denunciandone l’organicità agli interessi delle classi dominanti, riproponendo la questione morale come grande questione politica in un paese in cui i ceti dirigenti e gli apparati dello stato tendono a porsi fuori dalla Costituzione.

3.La destra italiana sta subendo travagliati processi di scomposizione e ricomposizione ma sarebbe un errore non considerarne la pericolosità. Attorno alla nuova Lega di Salvini, che si caratterizza come partito nazionale etnocentrico, si può saldare un blocco di settori reazionari ed anche fascistoidi, storicamente presenti in Italia e che si connettono ad esperienze e correnti di opinione fortissime nell’Europa di oggi. Per i comunisti l’antifascismo e l’antirazzismo rimangono compiti politici quotidiani e decisivi, con una particolare attenzione a contrastare l’influenza del populismo di destra nei settori sociali maggiormente colpiti dalla crisi.

4.Il Movimento 5 Stelle conferma la sua estraneità al conflitto sociale e le sue ambiguità su tutti i principali temi strategici. La parola d’ordine dell’ “ognuno vale uno” viene svilita da pratiche verticistiche, la stessa affermazione di un cerchio dirigente nazionale di nomina e non di elezione da parte dei militanti ne è riprova. Il rifiuto di alleanze elettorali, divenuto tratto persino identitario del Movimento, è messo in discussione negli Enti locali, divenendo lo stesso M5S approdo per transfughi vari e protagonista di ambigui comportamenti. La retorica anticasta si è dimostrata un utile Cavallo di Troia per le politiche di restringimento della democrazia, di stravolgimento della Costituzione e per quelle di austerity. Tuttavia, nel M5S vi sono contraddizioni significative all’interno della sua base, frustrata da verticismo e linea politica ondivaga su questioni stringenti, verso cui i comunisti devono muoversi con intelligenza, lavorando su di esse per liberare le potenzialità strette nelle ambiguità grilline.

5.L’unità delle forze della Sinistra che si oppongono al Pd è una esigenza sentita in settori sociali importanti, essa è anche un obiettivo del nostro lavoro politico. Proprio a partire da questa esigenza noi consideriamo criticamente il progetto di Sinistra Italiana. Essa si è costruita sulla base del rimpianto (a volte esplicito) di un centro sinistra impossibile. Una posizione non unificante e politicamente povera, quando semmai si porrebbe il problema di capire quanto le scelte passate delle forze di centrosinistra (basti pensare al governo Monti) hanno preparato l’ascesa di Renzi. La scelta, inoltre, di costruire un partito e non un fronte, dove culture politiche e storie diverse potessero ritrovarsi sulla base di una piattaforma politica, ha precluso l’obiettivo di unire tutte le forze disponibili.

6-i comunisti praticano una politica unitaria che prende le mosse dalle lotte contro la guerra, per la democrazia, per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Un fronte delle sinistre che a partire da queste battaglie, offra un punto di riferimento unitario contro il Pd e il governo Renzi, contro le destre e alternativo al populismo grillino, è per noi un elemento necessario da costruire in ogni territorio e sulla scena politica nazionale.

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