Segreteria regionale delle Marche del Partito Comunista Italiano
Venerdì 24 febbraio, alle 17.00, presso la Sala Ubaldi di Fabriano, si terrà un’iniziativa promossa dal Comitato regionale delle Marche e dal Comitato politico provinciale di Perugia del Partito Comunista Italiano dal titolo “Dai Trattati dell’Unione Europea alla crisi dei distretti industriali umbro-marchigiani: un percorso antisociale”.
L’evento sarà presieduto e coordinato da Mariella Baldoni (Comitato Centrale del PCI) e introdotto da Giorgio Raccichini (dipartimento Esteri del PCI). Interverranno Alessandro Belardinelli (operaio, RSU Fiom Whirlpool di Fabriano) e Fabio Sebastiani (Segretario della Federazione provinciale di Perugia del PCI). Concluderà Fabio Pasquinelli, Segretario regionale delle Marche e membro della Direzione nazionale del PCI.
L’iniziativa riguarderà la crisi economica e industriale dei distretti umbro-marchigiani vista nel contesto più ampio dell’adesione dell’Italia alle politiche economiche antipopolari e liberiste messe in campo dalle istituzioni europee.
La questione dell’appartenenza a questa Unione Europea è una delle grandi tematiche che interessano oggi i lavoratori e i popoli europei. La crisi economica globale, che si è fatta sentire in maniera durissima in Italia e nei territori umbro-marchigiani, ha contribuito a mettere in luce il carattere antipopolare del processo di integrazione europea in atto e ha fatto cadere il velo di retorica che ha da sempre coperto i suoi reali obiettivi. Si tratta infatti di un progetto rispondente agli interessi dei grandi soggetti capitalisti del mondo imprenditoriale e bancario ed egemonizzato negli ultimi venticinque anni dal grande capitale tedesco e dalla Germania.
Oggi è evidente più che mai che il fine dell’Unione Europea non è quello di promuovere la pace e il benessere dei popoli europei. Il coinvolgimento delle istituzioni europee in varie guerre che hanno insanguinato o insanguinano il Mediterraneo e il Vecchio Continente (come non pensare alla Jugoslavia nel 1999 e all’Ucraina oggi?) rende estremamente problematica l’immagine di un’Europa unita garante di una pace su cui incomberebbe minaccioso il ritorno ad una chiusura nazionalista degli Stati europei. Gli ultimi anni hanno dimostrato che il tracollo dei sogni di unità europea e il pericolo di derive nazionaliste sono invece addebitabili in primis alle politiche economiche europee segnate dal liberismo più sfrenato e dalla cosiddetta austerità che hanno colpito duramente i lavoratori, le amministrazioni pubbliche, la piccola e media impresa.
Le politiche liberiste europee si fanno gravemente sentire anche nelle Marche e in Umbria, regioni segnate dalla riduzione del PIL, da importanti arretramenti nella capacità produttiva, da un aumento della povertà e da tassi preoccupanti di disoccupazione. È possibile oggi risollevare le sorti dell’Italia, delle Marche e dell’Umbria, rimanendo legati alle logiche iperliberiste e di austerità che caratterizzano l’Unione Europea? È possibile migliorare la qualità della vita dei lavoratori italiani, umbri e marchigiani riducendo continuamente la spesa pubblica e negando allo Stato la funzione di programmare ed orientare lo sviluppo economico e produttivo? È possibile garantire uno sviluppo economico rispettoso dei diritti dei lavoratori se la loro riduzione viene considerata dall’Unione Europea come una sorta di modernizzazione? È possibile, inoltre, bruciare immani risorse, tra l’altro destinate ad aumentare, nella NATO e sottrarle allo sviluppo economico del nostro Paese? Non sarebbe preferibile allacciare rapporti di cooperazione più stretti con i BRICS invece di rimanere avvinti agli interessi della Germania?
Di tutto questo si discuterà nel corso dell’iniziativa di Fabriano.
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