Il PCI a fianco dei lavoratori ILVA in lotta

Il PCI appoggia la lotta dei lavoratori dell’ILVA e lo sciopero proclamato dal sindacato USB per protestare contro il palese mancato rispetto dell’accordo da parte di ALCELOR MITTAL.

Si dimostra come l’aver accettato di cedere una industria strategica a un gruppo privato multinazionale evidentemente con poche o nulle garanzie, invece di attuare la Costituzione ed espropriare l’Ilva facendola ridiventare di proprietà pubblica, sia stata una non solo una cattiva scelta ma, sostanzialmente, una decisione sbagliata.

Il PCI ritiene di grande importanza la decisione di USB di proclamare uno sciopero nelle giornate del 24 e del 31 dicembre per “i gravi problemi legati alla sicurezza e ai sovraccarichi psico-fisici sui lavoratori”.

L’aumento del numero delle lavoratrici e dei lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro è emblematico delle condizioni sempre più precarie che deve subire chi vive del proprio lavoro. Condizioni che mettono in serio pericolo la salute e la vita non solo di chi lavora ma anche (e il caso dell’Ilva è, in questo, emblematico) di chi abita nelle vicinanze degli stabilimenti inquinanti.

Promuovere azioni di lotta che  contrastino quella che è ormai una tragica “normalità” senza limitarsi alla solidarietà è qualcosa di estremamente positivo. In particolare in questa fase politica e sociale estremamente critica e sfavorevole a chi vive del proprio lavoro.

Il PCI chiede a tutte le organizzazioni politiche e sindacali di mobilitarsi e contribuire attivamente alla lotta che inizia con lo sciopero proclamato da USB  all’ILVA ma che deve continuare anche dopo la fine dello stesso.

Direzione nazionale del Partito Comunista Italiano

One Comment

  1. Lorenzo

    Il PCI prenda le distanze da iniziative demagogiche e di squallido opportunismo. I cittadini di Taranto, donne, uomini e bambini, non hanno bisogno di chi, di giorno è sostenitore della salute e di notte va a cena con dirigenti e proprietari di imprese. Non è coerente, per un partito di sinistra, avallare strumentali azioni messe in campo da chi, al proprio interno, non disdegna l’affiliazione di personaggi di fede anticomunista e acclarata devozione al Duce. Né, il PCI, può negare l’evidente appoggio elettorale e la sintonia politica, espressi da gran parte di chi, oggi, ne contesta gli atti. L’accordo del 6 settembre, a firma Di Maio, è stato festeggiato come la “salvezza” di migliaia di famiglie tarantine. In realtà è stato il più grande favore fatto all’imperialismo, al capitalismo, al profitto cinico e assassino. Il PCI, volti pagina. Non si renda complice di politiche utili, alla fine, solo a pochi burattinai che manovrano i lavoratori, usandoli come utili bancomat attraverso le trattenute sindacali in busta paga.
    Auguri.

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