BIBBIANO OVVERO L’ENNESIMO CAPORETTO DELLA SINISTRA

di Bruno Steri

La vicenda di Bibbiano è rivelatrice – oltre che dello squallore dell’attuale scena politica (di tutti, nessuno escluso) – della grave crisi non solo socio-economica ma anche etica e morale in cui è precipitato il nostro Paese. Ma vorrei dire la società capitalistica come tale.
Proviamo a metter da parte la polemica politica di bassa cucina e stiamo ai fatti e alla serietà delle denunce. A quanto pare, i fatti di Bibbiano non si producono nel vuoto pneumatico. Già nel 2013 un testimone autorevole, Francesco Morcavallo, giudice del Tribunale dei minori di Bologna, rilascia in tv dichiarazioni pesantissime. Egli denuncia che minori vengono forzosamente sottratti ai loro genitori (in prevalenza soggetti deboli, caratterizzati da una condizione di disagio sociale o economico) con strumenti autoritativi e senza la base di un sufficiente supporto normativo. La gravità di violazioni concernenti la delicata questione della tutela di minori e la sacralità del rapporto genitoriale, sta nel fatto che esse avvengono per il tramite di ambiti istituzionali, essendo coinvolto l’operato di assistenti sociali, psicologi, magistratura ecc. Il giudice non usa giri di parole: c’è un vero e proprio “mercato degli affidamenti e delle adozioni”. E sono in ballo interessi enormi: due miliardi di euro all’anno, denaro pubblico elargito per ogni bambino a enti privati e istituti religiosi. Non si tratta – viene precisato – di casi residuali: gli allontanamenti di minori dalle rispettive famiglie sono 35 mila (trentacinquemila!) l’anno e sono “per la maggior parte” non sufficientemente motivati, in quanto non si basano su fatti o reati accertati, ma su giudizi concernenti la personalità del minore o dei genitori. Chi decide della capacità genitoriale? Per provvedimenti così gravi non dovrebbero bastare delle percezioni, dovrebbero esser necessari fatti precisi e prove.
Questa la denuncia, resa pubblica da un autorevole addetto ai lavori. Sorprende che ad essa non sia seguita un’immediata risposta istituzionale, politica, morale. Sei anni dopo, sulla scia di quella denuncia, ecco prorompere la vicenda di Bibbiano. Ed anche oggi, voci autorevoli, scientificamente affidabili, si sono levate e avrebbero dovuto mettere in guardia qualunque persona dotata di senno. Ad esempio, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha messo il dito sulla gravità della questione: non mi stupirei – egli dice – se dovesse essere confermata la veridicità della denuncia. In materia, permane un vuoto normativo che nessuno ha provveduto a colmare. Beninteso – aggiunge Crepet – nella mia attività ho avuto modo di conoscere tantissimi professionisti bravi e generosi. Ma purtroppo mi è capitato anche di sentir proporre la sottrazione di un minore ad un ambiente familiare “privo di televisore”. E non è impossibile che grandi interessi abbiano finito per produrre delle lobbies.
Davanti a una tematica così delicata, che tocca corde profonde della convivenza civile e rischia di profanare relazioni poste alla base della compagine sociale, va segnalata e stigmatizzata la squallida superficialità dell’approccio politico mainstream. Tutto si riduce all’indicazione a dito delle responsabilità più o meno dirette di questo o quell’esponente di questa o quella forza politica; e alla difesa d’ufficio della propria parte. Il merito della vicenda sembra sciaguratamente passare in seconda linea. Così l’estrema destra (Lega, Fratelli d’Italia e Casa Pound) approfitta della possibile implicazione di tre sindaci Pd (in reati esclusivamente amministrativi) per cavalcare l’onda propagandistica; il Pd, accettando il piano della provocazione politicista, anziché impugnare con decisione il merito della questione sceglie il basso profilo e disloca questo stesso merito riconducendolo alle competenze della magistratura come un qualsiasi fatto di cronaca, privilegiando in definitiva l’autodifesa di parte e chiamando a sua volta in causa i 5stelle per donazioni a favore di un’associazione implicata nelle indagini.
Ma, a giudicare dalla discussione che si sviluppa in rete, anche a sinistra fa capolino una sorta di reticenza, una non comprensione dell’oggettivo assoluto rilievo della tematica in questione e la conseguente tendenza a non esporsi nel giudizio per paura di prestare il fianco alla spinta propagandistica delle destre: con il bel risultato di consegnare su un piatto d’argento il merito della vicenda alla campagna elettorale di Matteo Salvini (il quale, dopo essersi ampiamente dimenticato dei bambini africani piuttosto che di quelli palestinesi, non perde l’occasione per ricordarsi a favore di telecamere dei bambini di Bibbiano…). Eppure, non dovrebbe sfuggire che questa vicenda, evidenziando l’abietta tendenza a lucrare denaro addirittura ai danni della tutela dei minori, rivela l’estrema deriva etico-politica, la corruzione morale cui può giungere la società capitalistica. Siamo purtroppo all’ennesima riprova dell’inconsistenza – culturale ancor prima che politica – della cosiddetta sinistra: di questo passo – e con i comunisti per ora ancora deboli e divisi – le percentuali di consenso a Salvini potranno continuare a lievitare.

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