La decisione della Commissione europea di inserire, a determinate condizioni, investimenti per impianti nucleari e a gas nella tassonomia verde era già emersa nella Conferenza per il clima, COP26, di Glasgow, dove Germania, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Danimarca e Spagna avevano firmato una dichiarazione contro l’inserimento del nucleare nella tassonomia europea, in risposta alla richiesta di inserimento inviata alla Commissione europea da Francia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
Una conferenza, quella di Glasgow, che si era chiusa con un accordo debole e al ribasso, disattendendo e ignorando tutte le promesse fatte per contrastare i cambiamenti climatici in atto.
Una conferenza deludente, anche per le prospettive legate alla transizione per la neutralità climatica. Lo dimostra la posizione sul nucleare che torna prepotentemente sulla scena europea.
Una decisone tutta politica che ha di fatto messo in discussione lo stesso Green Deal europeo, che aveva fatto della tassonomia lo strumento per guidare i governi e le imprese nelle scelte di sviluppo, e sconfessato percorsi già intrapresi per l’avvio della transizione ecologica.
Percorsi decisi da un dossier tecnico elaborato da EU Technical Expert group che fissava i criteri tecnici per gli obiettivi ambientali della tassonomia, e che escludeva gas e nucleare
La tassonomia verde è la classificazione delle attività economiche da ritenersi sostenibili dal punto di vista ambientale e doveva essere lo strumento per far emergere le iniziative di greenwashing, l’ambientalismo di facciata, messo in atto da imprese, aziende e governi per ottenere investimenti.
L’inserimento di nucleare e gas di fatto mette a rischio una politica per la lotta ai cambiamenti climatici, hanno prevalso nella decisione criteri e scelte politiche dettate da lobby e governi come la Francia di Macron ed altri Paesi europei che portano avanti un piano anti clima a cui il Governo dei Migliori di Draghi non è estraneo, viste le posizioni assunte dal Ministro alla Transizione ecologica Cingolani che si è scoperto paladino di un modello economico che detta le condizioni per lo sviluppo ambientale.
Un ministro che nonostante la volontà del Popolo italiano, ribadita in due referendum, continua a sostenere il ritorno al nucleare e a promuovere l’uso del gas per la soluzione alla crisi climatica disattendendo le promesse fatte da Governatore Draghi sia nel discorso di insediamento che nell’intervento al Youth4Climate event di Milano.
Come Partito Comunista Italiano ribadiamo il nostro no all’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia verde europea, perché non è la soluzione ai problemi ambientali, perché c’è bisogno di cambiare pagina, c’è l’esigenza di un cambiamento profondo dei nostri orizzonti, c’è la necessità di un “ritorno al futuro” come scrive Friday For Future: perché non possiamo permetterci di tornare al passato, ma dobbiamo guardare avanti. Perché abbiamo un tempo limitato per evitare il collasso climatico, per salvare il nostro pianeta e per dare una prospettiva di vita per le future generazioni.
Riteniamo sia necessaria una nuova politica Energetica e Climatica che: 1) riaffermi le ragioni del NO all’utilizzo del nucleare che non può essere una soluzione alla crisi climatica – come afferma il ministro dell’Ambiente tedesco – in quanto sono tecnologie troppo rischiose, lente e non sostenibili e distoglierebbero fondi dalle energie rinnovabili; 2) disinneschi la corsa alla Finanziarizzazione ed alla Green economy, la nuova forma di colonialismo come l’ha definita Evo Morales, le quali privilegiano politiche energetiche delle centrali a biomasse e/o delle centrali geotermiche, queste ultime decisamente climateriali e particolarmente dannose per l’ambiente per la quantità di emissioni in atmosfera di CO2 e metano, che a parità di energia prodotta inquinano più di una centrale a carbone; 3) favorisca una politica di nazionalizzazione, dove lo Stato assuma il ruolo primario nella gestione delle risorse energetiche.
A fronte di ciò chiediamo al Governo Draghi di essere conseguente alle promesse fatte e di assumere una posizione contraria all’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia verde europea
Edoardo Castellucci
Segreteria Nazionale – Responsabile Nazionale Ambiente e Territorio
aPPROVO in pieno la posizione ufficiale del Partito sulla grave minaccia del NUCLEARE
Segnalo, a tale scopo, il mio vecchio lavoro sulla minaccia della centyrale atomica di Krsko (Slovenia) del 2008, scaricabile gratis da INTERNET e che potete iberamente scaricare nei vostri archivi, a futura memoria…
TITOLO: LA MINACCIA della centrale nucleare di Krsko
La posizione del Partito sul nucleare civile mi lascia molti dubbi. Andrebbe approfondita senza riserve ideologiche perchè l’indipendenza energetica è il primo punto per una patria libera.
Le fonti rinnovabili non sono stabili ne tantomeno sempre sostenibili nel rapporto costi /energia effettivamente prodotta.