Latina 6 luglio MANIFESTAZIONE
Piazza del Popolo
Concentramento ore 9.00 Via Vittorio Cervone
Da inizio anno sono oltre 520 i morti per infortunio nei luoghi di lavoro. (fonte Osservatorio Nazionale morti sul Lavoro curato da Carlo Soricelli)
A UCCIDERE SONO GLI STRUMENTI IN MANO AI PADRONI E AI LORO GOVERNI: PRECARIETÀ, SOLITUDINE, POVERTÀ, FATICA, RICATTI OCCUPAZIONALI.
In questa situazione i nostri fratelli migranti sono i più colpiti. Discriminati e senza tutele, sono spesso lasciati soli, nelle mani di un caporalato criminale ma tollerato. Bisogna fare qualcosa. Non ci si può limitare a guardare e restare indifferenti di fronte al massacro. Ognuno deve prendere coscienza che siamo di fronte a una vera e propria guerra scatenata contro chi lavora.
Non è sufficiente “addolorarsi” di quanto succede, spendere qualche parola di circostanza e poi girasi dall’altra parte. Bisogna prevenire e reprimere con durezza i responsabili. Senza attenuanti né prescrizioni.
È necessario che lo Stato intervenga, con leggi e regole, ripristinando quanto è stato cancellato dai governi che si sono succeduti dal 2008 a oggi e rendendo l’obbligo di sicurezza nel lavoro qualcosa che non può essere disatteso per abbattere costi e responsabilità delle imprese. Venga previsto per legge il reato di “omicidio sul lavoro”.
È un dovere lottare per ottenere maggiore giustizia e sicurezza del e nel lavoro. La protesta e la lotta si estenda in ogni parte d’Italia. Ricostruiamo la solidarietà tra chi lavora e lottiamo uniti per un mondo migliore.
NON SI DEVE ANDARE AL LAVORO CON LA PAURA DI NON TORNARE A CASA.
LAVORARE IN QUESTE CONDIZIONI NON È VITA, È SCHIAVITÙ.
RIBELLIAMOCI!
