A cura del Dipartimento Esteri PCI
Daniel Jadue è un architetto, sociologo e politico cileno di origine palestinese. Esponente di spicco del Partito Comunista del Cile è dal 2012 Sindaco di Recoleta (Comune metropolitano di Santiago, popolato da circa 150.000 abitanti). Nelle ultime Elezioni del 2021 è stato riconfermato con il 64% dei voti.
In questi dodici anni l’Amministrazione Comunale di Recoleta ha istituito farmacie, servizio di oculistica, librerie e una società immobiliare popolari, accessibili a tutti. Ha fatto un enorme lavoro in campo socio-sanitario, scolastico e culturale, con numerose iniziative anche di rilevanza internazionale. Altri comuni ciileni hanno in parte imitato il “modello” Recoleta.
La qualità della vita di migliaia di persone è cambiata notevolmente in meglio grazie all’Amministrazione di Daniel Jadue e del Partito Comunista.
Il fatto che un Sindaco (e per di più comunista) abbia messo in discussione gli interessi delle aziende private farmaceutiche e sanitarie, oltre a dimostrare che un’amministrazione comunale popolare può colpire più in generale quegli interessi privati che lucrano sui bisogni delle persone, non poteva non attirare su di sé una serie di attacchi sistematici prima a livello politico e poi giudiziario.
Il Cile è governato dall’11 marzo 2022 dal Presidente Gabriel Boric, sostenuto da due coalizioni, una di sinistra e l’altra di centrosinistra. Il Partito Comunista guida tre importanti ministeri e detiene la Presidenza della Camera dei Deputati.
La rivolta sociale del 2019, che vide una partecipazione veramente di massa e che si fermò soltanto a causa della pandemia del COVID, contestò duramente il sistema economico liberista del Cile e la Costituzione del 1980, entrambi ereditati dalla dittatura civico-militare di Pinochet (1973-1990).
Sistema sanitario, pensionistico, bancario, assicurativo, economico in generale e perfino coste e ampi territori sono proprietà di privati. Le miniere di rame, nazionalizzate da Allende, sono state in buona parte privatizzate non tanto da Pinochet, quanto dai governi post dittatura guidati da Democrazia Cristiana e Partito Socialista. La Costituzione in vigore non riconosce il diritto alla contrattazione collettiva Nazionale di categoria, impedendo una libera attività sindacale.
Grande speranza aveva suscitato l’elezione a suffragio universale della Convenzione Costituente, chiamata a trasformare il Cile in uno Stato democratico, sociale e di diritto, decentrato, con ampi poteri delle autonomie locali. La bocciatura referendaria (62% di no) della nuova Carta ha di fatto costituito l’inizio di una controffensiva reazionaria in grande stile, che cerca (il più delle volte con successo) di bloccare in Parlamento l’attuazione del programma progressista, sociale e antiliberista del Presidente Boric e che vede nel Partito Comunista del Cile e nella sua crescente influenza politica ed elettorale il principale avversario da colpire.
Il secondo referendum costituzionale, che ha bocciato con il 55% di no l’approvazione di una Costituzione per molti versi peggiore di quella in vigore, ha lasciato irrisolto il nodo costituzionale. Il blocco conservatore e reazionario è all’attacco e trova ampi agganci nei corpi armati dello Stato, soprattutto nei “Carabineros”, responsabili impuniti di uccisioni, ferimenti e violenze d’ogni tipo durante la rivolta sociale del 2019 e al centro di vari scandali per corruzione. La magistratura non è da meno, assai solerte nel perseguire proteste popolari ed occupazioni di terre, ma sempre pronta a favorire i potenti quando questi incappano in guai giudiziari.
In un quadro di incertezze e divisioni anche all’interno del governo, soprattutto da parte della sua componente “socialista” e di centrosinistra e di difficoltà a rimettere in piedi un movimento di massa largamente deluso e sfiduciato verso partiti e istituzioni, il Partito Comunista rappresenta un elemento forte di resistenza ideale, politica e di unificazione popolare. Per questo viene colpito.
L’accusa giudiziaria a Daniel Jadue è quella di concussione, frode al fisco e truffa in relazione agli appalti per l’acquisto di medicinali da parte del Comune di Recoleta, per essere rivenduti a prezzi calmierati nelle farmacie popolari.
Un’accusa senza prove concrete, che assomiglia alla montatura organizzata a suo tempo contro Lula, che lo portò in carcere e spianò la strada all’elezione di Bolsonaro.
Jadue è in detenzione preventiva, confermata pochi giorni fa nonostante un ricorso presentato dal suo avvocato.
Si è costituito un Comitato Nazionale e internazionale per la sua liberazione, al quale hanno aderito personalità della cultura come l’ex leader dei Pink Floyd Roger Waters e della politica latinoamericana ed europea.
Al compagno Daniel Jadue e al Partito Comunista del Cile va tutta la nostra solidarietà militante, nella consapevolezza che quelle stesse forze oligarchiche (economiche, politiche, militari) che furono l’asse portante del golpe dell’11 settembre 1973 contro il governo democratico e anticapitalista di Salvador Allende continuano unite a cercare di impedire qualsiasi tentativo di “aprire di nuovo i grandi viali per costruire una società migliore”.