La disgregazione del Paese

A cura del Dipartimento Comunicazione Nazionale PCI

Ogni giorno si moltiplicano gli attacchi alle regole costituzionali del nostro Paese.

E non ci si riferisce solo all’autonomia differenziata che crea ulteriori divisioni e aumenta in maniera considerevole le differenze tra le regioni o del premierato che serve a sgretolare la Costituzione cancellando, di fatto, gli equilibri tra i poteri dello Stato o delle “nuove” norme sulla giustizia a partire dalla cancellazione del reato di abuso d’ufficio per arrivare a quelle che limitano la libertà di stampa.

Ci sono anche le leggi che restringono i diritti di sciopero e di dissenso, le decisioni di aumentare le spese militari e di proseguire in una politica guerrafondaia eliminando dal panorama qualsiasi via diplomatica (in palese contrasto con l’articolo 11 della costituzione), le progressive trasformazioni della sanità e dell’istruzione pubbliche da diritto inalienabile a privilegio (con le cure sempre più costose e, quindi, inaccessibili per milioni di cittadini), la nuova legge “salva-casa” (che ha ottenuto la fiducia alla Camera) che nasconde pericoli che travalicano la consolidata pratica del condono (si pensi alla possibilità di definire abitazione qualsiasi “immobile-scatola” di 20 mq e 2,40 mt di altezza e la possibilità di cambiare più facilmente la destinazione d’uso).

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, ricordiamo il mancato contrasto se non l’incentivo alla precarietà, la sempre maggiore mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, la legge sugli appalti e la liberalizzazione dei subappalti a cascata, l’aumento del fenomeno del “lavoro povero” con il rifiuto di garantire un salario minimo che possa essere sufficiente a condurre una vita decorosa … e si potrebbe continuare con la proliferazione di norme, leggi e decreti che mirano a cancellare diritti normali e conquistati nei decenni precedenti alla caduta del muro di Berlino. Decisioni, ostili e nemiche di chi vive (o vorrebbe vivere) del proprio lavoro, che dimostrano una determinazione  “arrogante e violenta” di svuotare la Costituzione nata dalla Resistenza.

Si guardi in faccia la realtà e si partecipi in maniera decisa e unitaria a quanto si può mettere in campo oggi per contrastare questo ritorno a tempi cupi nei quali a chi detiene la proprietà del sapere, delle nuove tecnologie e delle risorse finanziarie, a chi ha nelle tasche la ricchezza viene permesso sfruttare lo sfruttabile (persone, ambiente, territorio …) mentre a tutti gli altri viene chiesto di pagare e allo Stato di mettersi in un angolo, pedina dello strapotere di ricchi padroni.

Partiamo dai referendum contro la precarietà e per ripristinare la dignità del lavoro, partiamo dal referendum per abrogare l’autonomia differenziata, partiamo dalla legge di iniziativa popolare promossa dal PCI per abolire i ticket, partiamo dalle lotte per la difesa del lavoro e dell’ambiente … partiamo da quello che è in campo per costruire un progetto di vera alternativa e un fronte unitario di lotta in difesa della nostra Costituzione che deve essere attuata e non distrutta.

I veri patrioti che lottano per un mondo migliore dobbiamo essere noi, non certo quelli che nascondono dietro una nobile parola ideologie di destra e di profondo odio verso etnie, religioni, ideali politici diversi da quelli imposti da un pensiero unico che considera il capitalismo l’unico sistema possibile.

Ora e sempre Resistenza.

One Comment

  1. Roberto Bertini

    Bravi compagni.
    Ottime considerazioni.

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