Una delegazione del Partito Comunista Italiano – PCI e della Federazione Giovanile Comunista Italiana – FGCI sarà presente e interverrà domenica 28 luglio a Firenze alla manifestazione-corteo “Libertà e restituzione del legittimo Presidente Pedro Castillo”, organizzata da diversi comitati di peruviani residenti in Italia.
Comunicato del Dipartimento Esteri del PCI
Il 7 dicembre 2022 in Perù, assieme al legittimo Presidente Pedro Castillo Terrones, è stata arrestata la democrazia. Una “democrazia” limitata, regolata da una Costituzione promulgata negli anni ’90 dalla dittatura di Alberto Fujimori, con una magistratura e un Parlamento controllati da un’oligarchia bianca, reazionaria e collusa con il crimine organizzato.
Nonostante questo le Elezioni Presidenziali del 2021 permisero l’elezione dell’insegnante e sindacalista Pedro Castillo Terrones, indicato dal movimento progressista Perù Libre e sostenuto da un vasto schieramento di sinistra e democratico.
Il primo governo che si insediò sotto la sua presidenza era composto anche da prestigiosi esponenti storici della sinistra peruviana, come l’ex guerrigliero Hector Bejar al Ministero degli Esteri. Ma da subito gli esponenti fujimoristi e l’oligarchia bianca che da sempre governa il Perù, iniziarono un’attività ostruzionistica che vide protagonisti il parlamento, la magistratura, le forze armate e i media. Bejar venne ben presto destituito e i governi vennero continuamente sottoposti a rimpasti e sostituiti, immettendo al loro interno anche esponenti non omogenei al programma elettorale del Presidente.
Ne risultò un’attività di governo contraddittoria, anche se non priva di misure progressiste.
La destituzione del “nativo” Castillo (anche per questo inviso all’elite bianca) è stata opera delle oligarchie giudiziarie e militari, della mafia parlamentare, erede del dittatore Fujimori, che non hanno accettato lo scioglimento anticipato del Parlamento (controllato dai fujimoristi e profondamente corrotto) e nuove Elezioni, difendendo a spada tratta la continuazione del regime neoliberista sancito dalla “Costituzione” fujimorista, che la grande maggioranza della popolazione vorrebbe sostituire tramite l’elezione democratica di un’assemblea costituente.
Il popolo peruviano ha affrontato coraggiosamente dopo il golpe la repressione di esercito e polizia, che ha causato quasi un centinaio di vittime. L’oligarchia bianca non accetta che le classi popolari e i contadini vengano considerati cittadini con diritti sociali e politici. L’esercito peruviano, come quelli di altri paesi latinoamericani, è da sempre il braccio armato di questa minoranza privilegiata e razzista.
L’usurpatrice Dina Boluarte ha attuato un golpe istituzionale orchestrato congiuntamente dall’Ambasciata USA di Lima, dalla magistratura e dal parlamento. Ha ordinato la sanguinosa repressione delle proteste ed è rimasta ben presto coinvolta in fatti di corruzione indagati dalla magistratura. Del resto che ci si può aspettare da chi, nella sua posizione di Vice Presidente, partecipa ad un colpo di Stato contro il Presidente democraticamente eletto?
Da quasi due anni il popolo peruviano sta affrontando coraggiosamente la repressione di forze armate e polizia, che ha causato finora quasi un centinaio di vittime. L’oligarchia bianca non accetta che le classi popolari e i contadini vengano considerati cittadini con diritti sociali e politici.
Con una risoluzione legislativa il Perù ha autorizzato “l’ingresso di mezzi aerei, mezzi nautici e personale militare degli Stati Uniti d’America per contribuire alla formazione delle Forze Armate nei ruoli di difesa e sicurezza, controllo dell’ordine interno, supporto al sistema nazionale di gestione del rischio di catastrofi, partecipazione allo sviluppo nazionale e supporto alla politica estera”.
La permanenza del personale militare statunitense in Perù è stata fissata ai fini dell’addestramento delle Forze Armate e della Polizia Nazionale.
Gli USA hanno quindi il compito di formare le forze di sicurezza peruviane a fronteggiare e reprimere il loro nemico interno: il popolo.
Le proteste popolari contro il governo golpista di Dina Boluarte, dopo una fase di parziale riflusso, stanno riprendendo slancio nelle ultime settimane. Il 19 luglio la CGTP (principale centrale sindacale del Perù, vicina al Partito Comunista Peruviano) ha guidato uno sciopero (“paro”) generale nazionale in tutto il paese, con rivendicazioni sia economiche che politiche.
Il Partito Comunista Peruviano – PCP conduce una politica accorta e intelligente in un paese che, anche nei ceti popolari, è stato profondamente influenzato dalla propaganda anticomunista (comunismo=terrorismo) della dittatura di Alberto Fujimori e dall’avventurismo a volte criminale del gruppo armato Sendero Luminoso (dal quale i comunisti e la maggior parte della sinistra si sono sempre tenuti a distanza).
Il PCP opera per cementare la più ampia unità delle forze politiche di sinistra, progressiste e del movimento popolare, per costruire un fronte che sconfigga l’oligarchia golpista.
Il movimento popolare peruviano è unito nel chiedere la liberazione del legittimo Presidente Pedro Castillo (è di oggi la notizia che la stessa ONU ne chiede la liberazione) le dimissioni di Dina Boluarte, lo scioglimento del nuovo Parlamento e nuove Elezioni, l’elezione a suffragio universale di un’assemblea costituente, la liberazione dei detenuti politici. Il Partito Comunista Italiano sostiene il popolo peruviano in queste rivendicazioni, così come nella lotta contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa e riappropriazione da parte dei popoli nativi delle risorse naturali, l’espulsione delle truppe e dei consiglieri militari USA.
Una delegazione del Partito Comunista Italiano – PCI e della Federazione Giovanile Comunista Italiana – FGCI sarà presente e interverrà domenica 28 luglio a Firenze alla manifestazione-corteo “Libertà e restituzione del legittimo Presidente Pedro Castillo”, organizzata da diversi comitati di peruviani residenti in Italia.
Il ritrovo è previsto alle 14.00 in Piazza Santa Maria Novella.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO – DIPARTIMENTO ESTERI