IL PCI ALL’AMBASCIATA CUBANA A ROMA, PER CELEBRARE IL 71° DELL’ASSALTO AL MONCADA

Nella foto: Cristina Cirillo, Presidente Comitato Centrale PCI; Damian Delgado Vazquez, Consigliere Politico Ambasciata Cuba; Elisabetta Nardini, Segretaria Federazione Roma PCI; Alessandro Láconi (PCI Roma).

A cura del Dipartimento Esteri del PCI

Il 26 luglio 1953 un gruppo di giovani cubani, guidati dal ventisettenne Fidel Castro Ruz, realizzò un attacco armato alle caserme “Moncada” di Santiago e “Carlos Manuel de Cespedes” di Bayamo, nell’Oriente dell’isola caraibica.

Il dittatore Fulgencio Batista aveva ridotto Cuba a una gigantesca casa da gioco e di tolleranza a disposizione di ricchi e speculatori provenienti dagli USA, gestita dalla mafia italo-americana in combutta con i vertici militari e polizieschi cubani, che si spartivano fra loro ogni fonte di guadagno possibile.

Gli sbirri arrestavano, torturavano e uccidevano senza farsi grossi problemi chiunque mettesse in discussione la trasformazione dell’isola in una gigantesca bisca, naturalmente in nome della lotta contro il comunismo.

“Compagni, entro poche ore potrete vincere od essere sconfitti, ma in ogni caso, in ogni modo, il movimento trionferà. Se vinceremo domani, si farà più presto quello a cui aspirava José Marti. Se fosse diversamente il gesto servirà come esempio al popolo di Cuba, per raccogliere la bandiera e andare avanti. Il popolo ci sosterrà in Oriente ed in tutta l’isola. Giovani del Centenario dell’Apostolo! Come nel ’68 e nel ’95, qui in Oriente diamo il primo grido di ‘Libertà o morte!'”

Così Fidel arringò i giovani assaltanti la notte prima dell’attacco. E in effetti le gesta eroiche del 26 luglio 1953, sconfitte soltanto nell’immediato e che gran parte di quei giovani pagò con la vita e raccapriccianti torture, rappresentò un’enorme spinta alla presa di coscienza di massa del popolo cubano, nelle città e nelle campagne, culminato nel trionfo rivoluzionario del 1° gennaio 1959.

“Condannatemi non importa, la storia mi assolverà”, affermò Fidel Castro nel suo discorso di autodifesa, pronunciato durante il processo a Santiago di Cuba contro i partecipanti all’assalto del 26 luglio.

La storia non solo ha assolto Fidel, ma ha condannato senza appello i satrapi al servizio dell’imperialismo statunitense, a Cuba e nell’America Latina, che in nome della libertà hanno mantenuto nella miseria e nel terrore milioni di persone, cercando di abbattere ogni movimento e governo popolari, facendo scomparire nel nulla decine di migliaia di oppositori.

Cuba rivoluzionaria e socialista ha eliminato malnutrizione, malattie, analfabetismo e sfruttamento sul proprio territorio; i suoi militari e guerriglieri hanno aiutato (spesso a costo della vita) i popoli in lotta per la liberazione dell’America Latina e dell’Africa, infliggendo in Angola la sconfitta definitiva al regime sudafricano dell’apartheid e aprendo la strada al nuovo Sudafrica multirazziale di Nelson Mandela.

I medici e gli infermieri formatisi grazie al sistema socialista accorrono in ogni paese quando si verificano catastrofi naturali ed epidemie. Fidel Castro Ruz è pienamente assolto dalla storia concreta, vissuta da chi non aveva mai ricevuto cure ed istruzione da un medico o un maestro, perché non aveva i soldi per pagarli. E adesso quei malati sono stati curati da medici cubani, qualcuno di loro ha potuto studiare gratis e laurearsi a Cuba e quegli analfabeti hanno imparato a leggere e scrivere grazie ai maestri provenienti dall’isola.

Per chi si arricchisce sfruttando il prossimo o ha la mente ottenebrata dalla propaganda anticomunista, Cuba è una dittatura. Per chi è cresciuto vivendo sulla propria pelle povertà e soprusi quotidiani, Cuba è amore e fratellanza, aiuto disinteressato di un popolo colto e altruista.

E del resto anche il popolo italiano ha molto da ringraziare. I medici e paramedici cubani hanno salvato vite in Lombardia e Piemonte nel periodo peggiore della pandemia del COVID 19; centinaia di medici e paramedici cubani stanno prestando servizio nella disastrata sanità pubblica calabrese, con grande soddisfazione degli utenti e circondati da una stima generalizzata.

La Rivoluzione ha bisogno oggi più che mai della solidarietà internazionale. La pandemia ha bloccato per alcuni anni il turismo; il blocco commerciale imposto dagli USA è crudele come e più di prima; una serie di circostanze interne ed esterne stanno creando una situazione veramente pesante per i consumi e i bisogni essenziali del popolo dell’isola.

La Rivoluzione Cubana ha un valore inestimabile in primo luogo per il suo esempio. Essere stati presenti come PCI il 24 luglio a Roma, di fronte all’Ambasciata della Repubblica di Cuba, alla celebrazione del 71° Anniversario dell’assalto alle caserme “Moncada” e “Carlos Manuel de Cespedes”, simboleggia la continuazione (da sempre e nel futuro) di un’unità rivoluzionaria fra il Partito Comunista Italiano e il Partito Comunista di Cuba, che perseguono operando in contesti diversi le stesse finalità di liberazione sociale e politica delle masse oppresse dal capitalismo e dall’imperialismo.

La delegazione del Partito Comunista Italiano era guidata dalla Presidente del Comitato Centrale, compagna Cristina Cirillo (che ha letto un intervento a nome del Partito) e dai compagni Elisabetta Nardini (Segretaria della Federazione di Roma), Alessandro Laconi e Pino Michelangelo Fabi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *