Domenica 28 luglio il 59% dei cittadini aventi diritto al voto si sono recati alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Si tratta della percentuale più elevata da molti anni a questa parte, in un paese dove tradizionalmente le percentuali dei votanti sono più basse. Nicolas Maduro Moros, candidato del PSUV e del Grande Polo Patriottico, è stato confermato Presidente con il 51,2% dei voti validi.
Secondo gli osservatori internazionali provenienti da 107 paesi del mondo il meccanismo elettorale si è dimostrato ancora una volta uno tra i più affidabili al mondo per trasparenza e impermeabilità ad ogni tentativo di frode.
Da quando, nel 1998, Hugo Chavez Frias vinse per la prima volta le Elezioni Presidenziali dando inizio al processo rivoluzionario bolivariano, i cittadini del Venezuela sono stati chiamati alle urne in innumerevoli occasioni per Elezioni Presidenziali, Parlamentari, locali, costituenti e referendum. L’opposizione ha sempre gridato alla frode tranne le uniche due volte in cui ha vinto (in un’elezione parlamentare e nel referendum che proponeva la trasformazione del Venezuela in Repubblica Bolivariana Socialista).
Dopo la sconfitta in 48 ore del golpe di destra del 2002 (i cui promotori abolirono la Costituzione e presero in ostaggio Chavez) in tutte o quasi le scadenze elettorali gruppi organizzati di vandali e terroristi hanno tentato di rovesciare il legittimo governo bolivariano, praticando anche devastazioni ed assassinii.
L’alleanza civico-militare tra masse popolari organizzate e forze armate e di sicurezza bolivariane ha costituito nei venticinque anni di potere rivoluzionario una diga insormontabile contro la restaurazione di un regime antipopolare e dipendente dai voleri degli USA.
Questa diga si sta ergendo anche in questi giorni contro il tentativo di colpo di Stato in atto. Il complotto, interno e internazionale a guida statunitense e sostenuto politicamente da alcuni governi latinoamericani, è partito dall’hackeraggio del sistema informatico elettorale, che ha ostacolato la proclamazione dei dati definitivi. Ciò è servito ai golpisti per spargere ad arte la voce di una frode elettorale in corso. Centinaia di provocatori, venezuelani e provenienti dall’estero, hanno innescato proteste violente e devastazioni.
Un tentativo di attentato ad una centrale elettrica ed uno alla vita del Presidente Maduro sono stati sventati e centinaia di vandali e provocatori arrestati.
Il popolo organizzato è sceso in Piazza a Caracas in una grande manifestazione in difesa della vittoria elettorale e della continuità della rivoluzione bolivariana.
La sedizione è ancora in corso e la mobilitazione per sconfiggerla continua.
Il Venezuela possiede la principale riserva petrolifera mondiale. I proventi derivanti dal petrolio sono stati utilizzati dai governi di Chavez e Maduro per attuare una massiccia redistribuzione del reddito, finanziare programmi sociali fondamentali, sviluppare l’economia. Sul piano latinoamericano e non solo sono state create alleanze e accordi che hanno contribuito ad emancipare molti paesi dalla dipendenza economica dagli USA, favorendo un processo di integrazione latinoamericana.
La difesa del processo rivoluzionario bolivariano deve essere un punto fermo per tutti i partiti, movimenti e organizzazioni popolari che lottano in tutti i paesi del mondo contro l’imperialismo e per il socialismo.
IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO