Il Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) ha emesso giovedì la propria sentenza rispetto ai risultati elettorali diffusi dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), dichiarando che corrispondono a quelli riscontrati dalle macchine elettorali e dai centri di calcolo dei risultati totali. Ha inoltre precisato che hanno presenziato all’udienza nove dei dieci ex candidati convocati, aggiungendo che l’ex candidato Edmundo Gonzalez Urrutia non era presente e che la sua assenza è stata dichiarata un oltraggio all’ordine costituzionale. I partiti della cosiddetta Piattaforma Nazionale Unitaria Democratica (PNUD), che hanno sostenuto la candidatura di Gonzalez, non hanno consegnato al tribunale nessun documento relativo al processo elettorale e durante l’udienza hanno informato che non disponevano né avevano conservato nessun documento attinente allo svolgimento delle Elezioni.
La giudice Caryslia Beatriz Rodriguez Rodriguez ha confermato che nel Paese si è prodotto un tentativo di colpo di Stato, accompagnato da un cyber-attacco su larga scala. Ha esortato il CNE a pubblicare i risultati sulla Gazzetta Elettorale, in base all’art.155 della Legge Organica dei Processi Elettorali. “Il CNE ordinerà la pubblicazione dei risultati entro i 30 giorni seguenti la proclamazione”, ha indicato.
Ha poi dichiarato che inoltrerà con procedura d’urgenza una copia della sentenza al Procuratore Generale, affinché vengano determinate le responsabilità per i presunti reati di sostituzione di funzioni, delitti informatici, associazione a delinquere e incitamento a provocare disordini. Ha ringraziato gli osservatori e gli esperti internazionali che hanno supervisionato l’Elezione Presidenziale, sottolineandone la competenza tecnica dimostrata.
Il 28 luglio hanno votato il 59% degli aventi diritto, la percentuale più elevata da molti anni a questa parte, in un Paese dove tradizionalmente l’affluenza alle urne è più bassa.
Il principale candidato dell’opposizione, Edmundo Gonzalez, fu vice ambasciatore dal 1979 al 1985 in El Salvador, quando l’Ambasciata del Venezuela (secondo gli stessi documenti declassificati della CIA) collaborava attivamente con l’esercito salvadoregno e gli squadroni della morte nell’operazione “Centauro”, che consisteva nell’eliminazione fisica delle comunità religiose aderenti alla Teologia della Liberazione, che operavano per una pace giusta e negoziata.
Il sistema elettorale venezuelano è impermeabile, per le sue stesse caratteristiche, ad ogni tipo di broglio. Perfino la Fondazione Carter lo aveva riconosciuto in occasione di consultazioni precedenti, contraddicendo se stessa questa volta. Il sistema elettorale elettronico è stato rallentato da una gigantesca operazione di hackeraggio condotta dall’esterno, per dare modo all’opposizione di gridare al golpe e mobilitare gruppi di manifestanti violenti (provenienti anche dall’estero) che hanno devastato e distrutto beni pubblici e ucciso almeno venticinque persone. Si, perché i morti che la stampa internazionale anti-Maduro indica come uccisi dal governo, sono in realtà tutti chavisti, sostenitori dell’avvenuta rielezione di Nicolas Maduro. Le manifestazioni indette in questi giorni dall’opposizione guidata da Corina Machado, in Venezuela e all’estero, hanno visto tutte pochissimi partecipanti, mentre quelle a sostegno di Maduro all’interno del Paese sono state di massa.
Il Partito Comunista Italiano riafferma ancora una volta il suo sostegno alla Rivoluzione Bolivariana del Venezuela, fondamentale assieme alla Rivoluzione Socialista di Cuba per l’affermazione di un Socialismo del XXI Secolo in America Latina e di un nuovo equilibrio mondiale multipolare, per la realizzazione del quale la Cina Popolare e i BRICS sono capisaldi fondamentali.
PCI – Dipartimento Esteri