La sentenza della sezione distaccata di Taranto della Corte d’Assise d’Appello di Lecce che ha annullato il verdetto di primo grado nel processo “Ambiente Svenduto” è un ulteriore capitolo dell’eterna battaglia tra giustizia e interessi economici legati alla ex ILVA. Questo processo ha coinvolto 37 imputati e tre società, accusati del disastro ambientale causato durante la gestione dei Riva, una delle più grandi ferite aperte nella storia recente di Taranto.
Oggi con un colpo di spugna sono stati cancellati più di 12 anni di inchieste, di lotte e di speranze dei cittadini utilizzando motivazioni paradossali e umiliante per le famiglie dei tarantini, per i lavoratori e tutto il territorio.
Il Partito Comunista Italiano in tutti questi anni ha sempre denunciato come l’interesse delle classi dominanti e del capitale abbia prevalso sul diritto dei lavoratori e dei cittadini alla salute e alla vita. Il processo rappresentava per molti un’occasione per fare giustizia per decenni di disastri ambientali e sanitari che hanno colpito in particolare i lavoratori e le famiglie della città. L’annullamento della sentenza, con il trasferimento del processo a Potenza, va considerato come l’ennesimo schiaffo delle istituzioni (questa volta la Giustizia) nei confronti di una popolazione ormai stremata nella sua sofferenza.
Questa decisione risuona ancora una volta come la vittoria per gli interessi dei potenti, e fotografa un sistema giudiziario condizionato da pressioni economiche e politiche continue che puntano a sacrificare i diritti della classe operaia. Il trasferimento del processo, motivato dal presunto conflitto di interesse dei giudici tarantini, allontana la giustizia dal territorio italiano più direttamente colpito dal disastro ambientale. In linea con la sua storia, il PCI ribadisce la necessità di lottare per un modello economico che metta al centro i bisogni dei lavoratori, dei cittadini e non il profitto delle grandi imprese e dei loro manager.
La Federazione di Taranto del PCI interpreta questa sentenza come l’ennesimo tentativo di “svendere” l’ambiente e la vita dei tarantini, denuncia l’inadeguatezza del sistema attuale e richiama alla mobilitazione popolare contro l’ingiustizia subita.
PCI Federazione di Taranto
Il sistema giudiziario italiano funziona malissimo a causa delle leggi approvate in questi anni tutte a favore dei politici corrotti e altri potenti. Sono state approvate delle norme che rallentano la giustizia e che anche se sono stati commessi gravi crimini dopo un certo periodo di tempo che passa si prescrive tutto e i parenti delle vittime dopo anni di attesa non avranno mai giustizia. Questo è veramente abominevole e vergognoso. Il signor Nordio, attuale ministro della giustizia con i suoi provvedimenti a favore dei corrotti, dei mafiosi e di altri malfattori stanno disgregando qualcosa di buono che ancora era rimasto del nostro sistema giudiziario. Non parliamo poi di schifezze come la prescrizione e le archiviazioni. Non mi sorprende l’operato di questo ministro a favore dei delinquenti perché il signor Nordio lo aveva proposto Silvio Berlusconi. Ringrazio i vertici e i militanti del Partito Comunista Italiano per il loro impegno di lotta contro le ingiustizie sociali e internazionali. Viva il PCI!