Il nuovo Documento programmatico della Difesa che è arrivato in Parlamento prevede un aumento della spesa per le armi di 1,6 miliardi rispetto alla precedente. Si arriva così a una spesa annua di 32,7 miliardi di euro.
Ci dicono che non ci sono soldi per garantire una vita almeno decorosa ai ceti più popolari. Gli investimenti su lavoro, sicurezza, pensioni, sanità, istruzione, trasporti, casa, ambiente… vengono tagliati, bloccati, sospesi o messi da parte.
In compenso, oltre alla spesa militare, molti miliardi vengono stanziati per costosissime opere faraoniche e devastanti come il ponte sullo stretto di Messina o la TAV.
E così, mentre si legge che per “l’assegno di inclusione, la misura di contrasto alla povertà che dal primo gennaio ha sostituito il Reddito di cittadinanza, […] il governo ha introdotto regole reddituali più stringenti che hanno ridotto la platea, e una burocrazia che può negare l’assegno anche a chi ne ha diritto” (fonte ilfattoquotidiano.it), niente si fa per far pagare il giusto a chi possiede redditi e patrimoni enormi e si spenderanno 32,7 miliardi in un anno per le armi e per alimentare le guerre. In poche parole per la morte.
Si ritorna a quello slogan adottato nella Spagna franchista e fascista che recitava “¡Abajo la inteligencia, viva la muerte!”.
Cerchiamo di opporci al declino democratico che è in atto nel nostro paese e non solo. Ribelliamoci e lottiamo per il diritto costituzionale a lavorare e vivere meglio e in pace.