La battaglia, il confronto politico, l’impegno del PCI

III Festa Nazionale del PCI – Orvieto

Si è conclusa la 3° Festa Nazionale del PCI (Orvieto, 19-22 settembre). Un’esperienza preparata sulla scorta di una progettazione politica e organizzativa che da mesi ha messo a più riprese alla prova parti e territori diversi del Partito chiamati a offrire un contributo politico ed una mobilitazione adeguati alla sfida, sia nella fase della realizzazione che del governo della Festa dando corpo ad un’azione propulsiva congiunta del Gruppo Dirigente nazionale e di più di un Regionale, primo fra tutti con straordinaria passione, quello umbro. Un impegno da tesaurizzare facendone memoria e patrimonio condivisi in vista di altri appuntamenti, tra cui l’avviata campagna di raccolta delle firme a sostegno della Legge d’Iniziativa Popolare presentata dai comunisti relativa all’abolizione dei ticket sanitari e i passaggi elettorali che a breve vedranno impegnate Umbria, Liguria ed Emilia Romagna nel rinnovo dei rispettivi Consigli Regionali.

Un Festa segnata da un attacco politico frontale (inibizione della ristorazione da parte della Giunta di destra-centro di Orvieto pur a fronte dell’osservanza di quanto amministrativamente richiesto e necessario) finalizzato in via smaccata a colpire il carattere di un evento democratico teso a promuovere la proposta e la presenza del Partito Comunista Italiano, il suo carattere aggregativo e di massa, la sua capacità di dar seguito a importanti risultati di autofinanziamento puliti, popolari. Hanno voluto colpire il PCI. Hanno trovato la ferma reazione dei compagni e delle compagne. La loro indignazione subito accompagnata da un’intelligente e responsabile azione, tanto da permettere che questa nostra esperienza si concludesse senza alcuna perdita economica per il Partito (e persino con un attivo economico).

Se mai possibile con ancora più determinazione e orgoglio, la Festa è stata così mantenuta e svolta dando seguito per intero al Programma politico previsto. I dibattiti sulle politiche di genere, sul lavoro e il dolore sociale del Paese, sul ruolo dei giovani comunisti, la condizione giovanile e il difficile orizzonte a cui guardano le nuove generazioni; i temi più che mai essenziali della guerra e della Pace e i compiti dei comunisti nella fase data (presenti esponenti nazionali di PaP e di Rifondazione Comunista); hanno visto una significativa partecipazione e condivisione di spunti, di osservazioni circa il processo unitario delle forze della sinistra di alternativa, di riflessioni sulla mobilitazione e sulle lotte che ci attendono. L’intervento finale nella giornata di domenica del Segretario Nazionale Mauro Alboresi, ha concluso sul piano politico i lavori. “Noi ci battiamo ovunque per la Pace”, ha detto.

“Ci battiamo contro le politiche di questa Unione Europea piegata alle logiche del liberismo che in questi trenta anni ha aumentato diseguaglianze sociali, instabilità e ingiustizie. Siamo per un’Europa dei popoli, un’Europa confederale di stati sovrani. Ci battiamo in Italia contro il Governo Meloni che, via via, somma pulsioni antidemocratiche (ultimo il DL sulla sicurezza), politiche antisolidali e razziste sull’immigrazione, politiche depressive e inique sul piano economico e fiscale, politiche di indebolimento dello stato sociale mentre aumentano le spese per il riarmo e il ruolo dell’Italia sulla scena internazionale si rivela prono alle scelte Nato. Siamo contro ogni ipotesi di “campo largo”, ogni impropria alleanza che non ponga a base della propria azione un aperto pronunciamento a favore della costruzione di un’alternativa sociale profonda, dichiarandoci alternativi al centrodestra e alle politiche del centrosinistra e del Pd.

Serve che i comunisti assumano la sfida della costruzione di una proposta di riscatto in grado di mobilitare energie nuove nel Paese, di unire le ragioni del conflitto dando ad esse sbocco politico, di battersi sul piano politico e culturale contro il pensiero unico e il riproporsi di gravi e preoccupanti segni di fascismo nella nostra società e in Europa”.

Per lo sforzo richiesto e i passaggi critici presentatesi in ragione dell’attacco subito e delle complicazioni da esso derivate, la 3° Festa Nazionale del PCI è stata un’esperienza impegnativa ma positiva che ci lascia un Partito in ogni caso più unito, più sperimentato, più consapevole. Chi voleva con attacchi diretti mettere in ginocchio il PCI, chi voleva cancellare le sue bandiere, chi voleva colpire il successo e il valore di questo evento ha sbagliato i conti!

Ai compagni e alle compagne che in tanti e diversi modi hanno offerto il proprio contributo, il ringraziamento di tutto il Partito.

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