Alleghiamo l’intervento inviato alla conferenza della Piattaforma mondiale anti imperialista tenutasi a Dakar dal 24 al 28 ottobre 2024.
Per il PCI sia come intervento che come video-messaggio ha svolto funzione di rappresentanza del partito il compagno Luca Rodilosso del Dipartimento esteri nazionale.
Sito ufficiale della piattaforma: https://wap21.org/
Care compagne e cari compagni,
per diversi motivi logistici non siamo stati purtroppo in grado di presenziare a questa conferenza internazionalista ed antimperialista a Dakar, ma da parte del Partito Comunista Italiano mandiamo tutto il nostro supporto morale e la nostra solidarietà.
Il mondo è sempre più avviluppato in guerre e tensioni macroregionali, e la guerra mondiale a pezzi è sempre più concreta e presente purtroppo nelle nostre vite, nelle nostre economie, nelle nostre menti, e nella quotidianità di tutti i cittadini di ogni Stato.
Il genocidio in corso a Gaza da più di un anno da parte di Israele e la recente aggressione in Libano, in violazione di ogni regola di diritto internazionale, dimostrano concretamente come l’imperialismo agisca e si ponga sempre con doppi standard e una doppia morale, che mentre nei confronti della guerra in Ucraina usa tutti gli strumenti giuridici oltre che militari per combattere la Russia – ben sapendo che quella vicenda di tensione tra Russia e Ucraina nasce dal colpo di stato in Ucraina di Euromaidan nel 2014 – nei confronti di Israele non fa assolutamente nulla se non blande raccomandazioni.
Da una parte sanzioni economiche, insensate esclusioni dalle competizioni sportive ed olimpiche. Dall’altra, appunto, il nulla.
Se questa è la risposta dell’imperialismo all’emergere di un nuovo assetto di mondo multipolare, assetto che noi comunisti italiani convintamente sosteniamo e auspichiamo, allora occorre rafforzare quell’unità delle forze di progresso e antiimperialiste che deve fronteggiare questa ondata di massacri e di guerre.
I conflitti in atto a Gaza e in Ucraina sono tasselli fondamentali di un unico conflitto mondiale che ha come posta in gioco la perpetuazione di un mondo unipolare a guida USA oppure la costruzione di uno multipolare che sia preludio a rapporti internazionali democratici e di mutuo vantaggio.
La tanto sbandierata offensiva ucraina si è subito impantanata e da entrambe le parti i morti sono tantissimi. Nonostante il massiccio invio di armi a Kiev da parte dei Paesi NATO, la Federazione Russa può contare su di un potenziale umano e industriale molto più ampio di quello dell’Ucraina. Questa guerra dovrà concludersi necessariamente con un accordo fra le parti, se non vogliamo andare verso una catastrofe di più ampie proporzioni.
I popoli soffrono e lottano in ogni parte del mondo, divisi in una strategia di tensione continua: anche in Corea subiscono una occupazione di fatto del sud del paese attraverso le basi militari statunitensi.
In Senegal Macky SALL e i suoi alleati, il Partito Democratico Senegalese (PDS) e altri partiti vicini il partito al potere, in complicità con l’amministrazione, hanno creato una crisi istituzionale che esiste solo nelle loro manovre politiche per tenere l’opposizione sociale fuori dalla corsa presidenziale, rinviando il voto di 10 mesi.
In molti paesi africani si sta però risvegliando anche attraverso l’ausilio di militari non corrotti (vedi il caso del Niger) un sentimento di riappropriazione delle risorse tra la popolazione, e di libertà dal colonialismo europeo e in particolar modo francese.
Il cosmopolitismo borghese continua però nella sua opera di finta democratizzazione globale, spostando l’attenzione delle opinioni pubbliche su questioni sovrastrutturali anziché sul conflitto di classe e sull’imperialismo occidentale, cosmopolitismo che ha dato l’illusione di una globalizzazione dei diritti senza considerare l’intrinseca voracità del capitale.
Ma allo stato attuale il momento che viviamo in Europa vede l’egemonia dii diversi nazionalismi e sovranismi borghesi che di facciata criticano il globalismo, ma di fatto si nutrono delle stesse dinamiche di sfruttamento capitalistico.
In Italia la situazione del paese vede il Governo Meloni attuare una strategia di carattere atlantista – con qualche pavidità – in politica estera, e di rigore economico di stampo corporativo e repressivo in politica interna. Tutte le frasi sulla “destra sociale”, un inganno sempre attuato, sono andate a infrangersi nella realtà del capitalismo, dal quale in ogni caso deriva anche il fascismo e il suo falso spirito “rivoluzionario”.
La sanità pubblica è completamente trascurata se non sotto attacco da anni, ed oggi ancor di più con questo governo che gira numeri a caso su contenimento dei costi ed efficientamento della spesa, oltre che parlando di falso miraggio della collaborazione pubblico-privato che in questi anni è stata una delle principali voragini dei fondi pubblici italiani.
L’attacco alla sanità pubblica è esteso in tutti i paesi europei.
Fratelli d’Italia, partito post fascista, sovranista solo con i deboli ma di certo non con gli americani, continua a porci davanti a un quadro inedito della democrazia costituzionale del nostro paese. La Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza antifascista durante la Seconda Guerra Mondiale, svilita dall’interno proprio da parte della maggioranza di quelle forze sociali che le diedero vita, fatica a esercitare il suo ruolo nel tempo presente, caratterizzato dall’economia che sovrasta la politica: una situazione plasticamente rappresentata nel nostro recente passato dal succedersi di governi tecnici e vere e proprie ammucchiate politiche, che hanno infine creato le condizioni dell’avanzata delle destre nel paese.
Quali risposte dovrebbe dare oggi un partito comunista in Italia? Non esiste un modello e non esiste un sistema di decisione che non preveda una partecipazione collettiva del percorso da intraprendere.
Allo stato attuale stiamo lavorando nei territori Italiani per crescere, radicarci e diffonderci, e dimostriamo con la nostra azione che si può ottenere l’unità delle forze della sinistra di classe, nel rispetto delle reciproche identità: già nelle regioni dell’Emilia Romagna, della Liguria e dell’Umbria liste politiche unitarie della sinistra di classe hanno visto come perno dell’azione unitaria il nostro partito.
Stiamo ricostruendo da capo, con serietà, il concetto di fare partito, il rispetto degli organismi dirigenti e allo stesso tempo la giusta flessibilità e ragionevolezza nel trattare con la società e con le sue variegate espressioni. Rifuggiamo sorciatoie leaderistiche fatte di proclami intransigenti o all’opposto di cedimenti movimentisti, perché non porteranno a nessun tipo di sviluppo né di un partito comunista unito, forte e popolare, né di alcun tipo di fronte comune con le altre forze democratiche e sociali.
Solo completando un processo di questo tipo avremo la giusta dignità al fine di continuare ad onorare la nostra appartenenza a questa importante piattaforma mondiale anti-imperialista, piattaforma che sta affrontando sfide enormi in un tempo quanto mai pericoloso qual è quello di oggi, nonché portando avanti l’ambizioso obbiettivo di fare prevalere una pace giusta e rispettosa dell’autodeterminazione dei popoli, come insegnano le recenti vicende dell’oppressione dei nazisti ucraini in Donbass, della guerra che la Nato ha portato purtroppo fino ai confini e dentro la Russia, del popolo Palestinese in Gaza e Cisgiordania che lotta per la sua autodeterminazione, del popolo libanese illegittimamente invaso da Israele, del popolo yemenita attaccato dalle forze imperialiste anglo-americane, e la lista sarebbe ancora lunga.
Ringraziamo sentitamente tutte le forze politiche che sono intervenute e che interverranno e gli organizzatori dell’incontro di Dakar della Piattaforma antiimperialista. Solo uniti e coesi vinceremo.
Al lavoro e alla lotta compagni.
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Dear comrades,
for various logistical reasons we were unfortunately unable to attend this internationalist and anti-imperialist conference in Dakar, but on behalf of the Italian Communist Party we send all our moral support and solidarity.
The world is increasingly entangled in wars and macro-regional tensions, and the piecemeal world war is unfortunately increasingly concrete and present in our lives, in our economies, in our minds, and in the daily lives of all citizens of every state.
The genocide that has been going on in Gaza for more than a year by Israel and the recent aggression in Lebanon, in violation of every rule of international law, concretely demonstrate how imperialism always acts and places itself with double standards and a double standard, that while with regard to the war in Ukraine it uses all legal as well as military tools to fight Russia – knowing full well that that story of tension between Russia and Ukraine was born from the Euromaidan coup in Ukraine in 2014 – it does absolutely nothing but mild recommendations towards Israel. On the one hand, economic sanctions, senseless exclusions from sports and Olympic competitions. On the other, in fact, nothingness.
If this is the response of imperialism to the emergence of a new multipolar world order, an order that we Italian communists firmly support and hope for, then it is necessary to strengthen the unity of the progressive and anti-imperialist forces that must face this wave of massacres and wars.
The ongoing conflicts in Gaza and Ukraine are fundamental pieces of a single world conflict that has as its stakes the perpetuation of a US-led unipolar world or the construction of a multipolar one that is a prelude to democratic and mutually beneficial international relations.
The much-heralded Ukrainian offensive immediately got bogged down and on both sides there are many deaths. Despite the massive shipment of weapons to Kiev by NATO countries, the Russian Federation can count on a much larger human and industrial potential than that of Ukraine. This war will necessarily have to end with an agreement between the parties, if we do not want to go towards a catastrophe of wider proportions.
Peoples suffer and struggle in every part of the world, divided in a strategy of continuous tension: even in Korea they suffer a de facto occupation of the south of the country through US military bases.
In Senegal, Macky SALL and his allies, the Senegalese Democratic Party (PDS) and other parties close to the ruling party, in complicity with the administration, have created an institutional crisis that exists only in their political maneuvers to keep the social opposition out of the presidential race, postponing the vote for 10 months. In many African countries, however, a feeling of reappropriation of resources among the population, and of freedom from European and especially French colonialism, is awakening also through the help of non-corrupt soldiers (see the case of Niger).
Bourgeois cosmopolitanism, however, continues in its work of fake global democratization, shifting the attention of public opinion to superstructural issues rather than to class conflict and Western imperialism, a cosmopolitanism that has given the illusion of a globalization of rights without considering the intrinsic voracity of capital. But at present, the moment we are living in Europe sees the hegemony of the various bourgeois nationalisms and sovereignisms that façade criticize globalism, but in fact feed on the same dynamics of capitalist exploitation.
In Italy, the situation in the country sees the Meloni government implementing an Atlanticist strategy – with some timidity – in foreign policy, and corporate and repressive economic rigour in domestic policy. All the phrases about the “social right”, a deception that has always been implemented, have been shattered in the reality of capitalism, from which in any case fascism and its false “revolutionary” spirit also derive. Public health has been completely neglected if not under attack for years, and today even more so with this government that turns random numbers on cost containment and spending efficiency, as well as talking about the false mirage of public-private collaboration which in recent years has been one of the main chasms of Italian public funds. The attack on public health is widespread in all European countries.
Fratelli d’Italia, a post-fascist party, sovereignist only with the weak but certainly not with the Americans, continues to put us in front of an unprecedented picture of the constitutional democracy of our country. The Republican Constitution born from the anti-fascist Resistance during the Second World War, debased from within by the majority of those social forces that gave it life, struggles to exercise its role in the present time, characterized by the economy that dominates politics: a situation plastically represented in our recent past by the succession of technical governments and real political heaps, which finally created the conditions for the advance of the right in the country. What answers should a communist party in Italy give today? There is no model and there is no decision-making system that does not provide for collective participation in the path to be taken.
At present we are working in the Italian territories to grow, take root and spread, and we demonstrate with our action that it is possible to achieve the unity of the forces of the class left, respecting mutual identities: already in the regions of Emilia Romagna, Liguria and Umbria unitary political lists of the class left have seen our party as the pivot of unitary action.
We are rebuilding from scratch, with seriousness, the concept of party-making, respect for the governing bodies and at the same time the right flexibility and reasonableness in dealing with society and its varied expressions.
We shun leaderist swindles made up of intransigent proclamations or, on the contrary, movementist concessions, because they will not lead to any kind of development either of a united, strong and popular communist party, or of any kind of common front with the other democratic and social forces.
Only by completing such a process will we have the right dignity in order to continue to honour our membership of this important anti-imperialist world platform, a platform that is facing enormous challenges in a very dangerous time such as today, as well as carrying out the ambitious goal of making a just peace prevail that respects the self-determination of peoples, as the recent events of the oppression of the Ukrainian Nazis in Donbass, of the war that NATO has unfortunately brought up to the borders and inside Russia, of the Palestinian people in Gaza and the West Bank fighting for their self-determination, of the Lebanese people illegitimately invaded by Israel, of the Yemeni people attacked by the Anglo-American imperialist forces, and the list would be long.
We sincerely thank all the political forces that have intervened and will intervene and the organizers of the Dakar meeting of the Anti-Imperialist Platform. Only united and cohesive will we win.
To work and struggle comrades.
For Italian Communist Party
Luca A. Rodilosso – International department