Il comunicato di Fiom e CGIL nazionali (a firma Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil) inizia con “Nel corso dell’incontro oggi al Mimit su Beko Italia, ex Whirlpool, l’azienda ha presentato la strategia negli stabilimenti italiani, alludendo alle chiusure delle filiere del lavaggio e della refrigerazione, che riguarderebbero gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), di Siena e di Cassinetta (Varese).”
Si prospetta l’ennesima dismissione di stabilimenti con la perdita di lavoro di circa 1000 lavoratrici e lavoratori. Un altro esempio di come il governo attuale continui, se non peggiori, le politiche industriali che relegano il nostro Paese alla marginalità. Non esiste nessun piano di sviluppo industriale, niente, se non la cocciuta volontà di favorire la privatizzazione di tutto o vendere a industrie estere alle quali, come si è già visto negli ultimi decenni, interessano solo i brevetti e i marchi con lo scopo di “far fuori” il concorrente che hanno acquistato.
Intanto il governo sta alla finestra, senza idee se non quella di aspettare gli eventi e dimostrare la propria incapacità più o meno voluta. Intanto il Paese e chi vive del proprio lavoro diventano più poveri e senza futuro.
Vogliono che si chini la testa, che si assuma come valore incrollabile che il capitalismo nel quale viviamo sia il migliore dei sistemi possibili, anzi l’unico. Chi osa protestare diventa un criminale (vedi DDL 1660), chi osa dire qualcosa di difforme dal pensiero unico (vedi l’ultima dichiarazione di Landini “è arrivato il momento di una vera rivolta sociale”) viene considerata dagli stessi che stanno affossando il Paese un “reato”.
Il problema dell’Italia è la sudditanza che ci vogliono imporre nei confronti di governi e gruppi multinazionali esteri. Una politica industriale assolutamente assente, uno Stato che “alza le mani” abbandonando volutamente il ruolo di protagonista dello sviluppo industriale ed economico del Paese che la Costituzione gli assegna.
Bisogna alzare la testa e lottare.
Il comunicato di Fiom e CGIL si conclude con “Al Governo abbiamo chiesto di chiarire in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti. È chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale”.
Il PCI è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti della ex Whirlpool e sosterrà le lotte che si organizzeranno. È necessario che si riesca a creare un forte movimento unitario che non si fermi ma che continui con l’obiettivo di cambiare dalle radici questo sistema che sta distruggendo il nostro Paese.