29 novembre 2024: Una giornata di sciopero generale

Gli scioperi generali di ieri, 29 novembre 2024, indetti da CGIL e UIL e dai sindacati di base (CUB, COBAS, SGB e altri) hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno riempito le piazze delle principali città italiane. Hanno manifestato per fermare la guerra e l’economia di guerra, aumentare salari e pensioni, respingere i tagli alla Sanità, alla Scuola e ai Trasporti, garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, impedire lo scippo del TFR, contrastare le privatizzazioni e il diritto di manifestare e scioperare, richiedere il divieto delle discriminazioni di genere, rilanciare l’edilizia popolare, sostenere le libertà sindacali nei luoghi di lavoro, difendere ambiente ed integrità dei territori.
 
Manifestazioni colorate e combattive che hanno segnato un passo importante verso un’unità fondamentale per un cambiamento radicale del sistema.
 
Abbiamo assistito a una svolta nelle relazioni intersindacali: come non succedeva da tempo, molti sindacati hanno sostenuto la necessità di una “rivolta sociale” che sancisce definitivamente il fallimento di quel principio di concertazione che ha portato, di fatto, a un arretramento dei diritti, delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro.
 
Ieri c’è stata anche una risposta veemente e forte ai tentativi di ridurre le libertà sindacali, in difesa del diritto allo sciopero, per lavorare meglio, meno, in sicurezza e con salari che permettano una vita quantomeno dignitosa.

La presenza di militanti del Partito Comunista Italiano in tutte le piazze, nei cortei e nei presidi organizzati nelle principali città italiane è stata salutata con favore dai manifestanti, segnale incoraggiante che prelude a una stagione di lotta ancor più determinata e coesa al fine di contrastare e sconfiggere le politiche dell’attuale governo, capace solo di peggiorare le condizioni dei lavoratori, peraltro già compromesse dai governi precedenti.
 
Il Partito Comunista Italiano, da tempo impegnato per l’unità, è determinato a restituire ai lavoratori il loro ruolo di protagonisti del cambiamento, un cambiamento di sistema e modello di sviluppo che si è dimostrato, ieri più che mai, irrinunciabile.

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