Sulla situazione in Romania

Come PCI denunciamo da diversi anni l’ascesa della destra reazionaria, conseguenza diretta del malcontento sociale generato dalle politiche neoliberiste sostenute in larga parte anche da una sinistra riformista pienamente organica al capitalismo e che ha abbandonato totalmente il proprio ruolo storico di rappresentanza delle classi popolari. Una nuova recrudescenza antidemocratica, una deriva sempre più profonda soprattutto in Europa, segno della strutturale incompatibilità tra capitalismo e democrazia, si manifesta in forme diverse a seconda del contesto, quando candidati o movimenti antisistema o non allineati agli interessi delle élite dominanti ottengono il sostegno popolare.

Il caso della Romania è emblematico: Calin Georgescu, rappresentante senza dubbio di un’opzione politica inaccettabile per qualsiasi forza democratica e antifascista, noto per le sue posizioni complottiste e antiscientifiche, per le simpatie per il dittatore fascista Ion Antonescu e fervente ammiratore del movimento dei legionari di Corneliu Codreanu, che negli anni 30 si resero protagonisti di massacri di oppositori ed ebrei, si è visto tuttavia annullare il voto da un provvedimento della corte costituzionale romena, con cui è stato rimosso dai giochi elettorali: il fatto costituisce un pericoloso precedente su un intervento diretto e artificioso sulle regole del processo elettorale. Non sono certamente le idee reazionarie di Georgescu ad essere un problema per il potere dominante, ma la sua scelta di campo avversa alle politiche dettate da Bruxelles e Washington. Ha ottenuto il sostegno di una parte significativa dell’elettorato grazie a una campagna che ha sfruttato il crescente malcontento nei confronti delle politiche imposte dall’Unione Europea e dalla NATO, percepite come oppressive e lontane dai bisogni reali del popolo rumeno. La decisione di invalidare le elezioni che lo avevano visto in vantaggio al primo turno, giustificata dai presunti finanziamenti russi alla sua campagna, è evidentemente un pretesto. Così come è evidente l’ipocrisia dei doppi standard di un sistema politico, quello di tutto l’occidente capitalistico, fondato sull’ingerenza dei blocchi imperialisti e i fiumi di denaro elargiti a larghe mani dalle lobby.

Partito Comunista Italiano

Dipartimenti comunicazione ed esteri.

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