La crescita

“Mai tanti occupati nel lavoro”. È il motivo ricorrente per celebrare il successo del governo. Lo si può sentire in ogni discorso degli esponenti della maggioranza, dalla presidente del consiglio, da tutti gli organi appiattiti sulle dichiarazioni governative. Un grande risultato che evidenzia una crescita del paese che non ha precedenti.

Questa la propaganda, spesso urlata, che ci vuol far credere che tutto vada bene grazie, soprattutto, a una presidente del consiglio che tutto il mondo ci invidia.

Avanti quindi con le notizie positive sulla crescita… se ci fossero. Perché le crescite esistono ma per altri risultati non certo positivi che sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere e capire.

Proviamo a elencarne alcune:

  • Aumentano, nei luoghi di lavoro, i morti per infortunio (sono già oltre il 5% in più rispetto al totale del 2023), le malattie professionali, gli incidenti gravi
  • Crescono le ore e gli addetti in cassa integrazione, cosa che comporta per ogni lavoratore una perdita media annua di circa 4.500 euro
  • Crescono i lavoratori a rischio licenziamento per crisi aziendale
  • Aumentano le spese sanitarie tanto da costringere molti pazienti a rinunciare alle cure
  • Aumentano le liste di attesa per potere accedere alle visite e alle cure mediche
  • Cresce l’inflazione soprattutto per i beni di consumo e, quindi, per le famiglie
  • Aumentano i patrimoni personali dei circa 70 miliardari italiani
  • Cresce il numero di famiglie e di cittadini in povertà assoluta anche se lavorano
  • Crescono, quindi, le disuguaglianze tra (pochi) ricchissimi e (tanti) sempre più poveri
  • Aumentano le spese militari e quelle per “grandi opere” inutili se non dannose a scapito di quelle necessarie per garantire i diritti costituzionali, lavoro sicuro e ben retribuito, sanità pubblica, istruzione pubblica, trasporti efficienti, edilizia pubblica, ricerca e innovazione tecnologica dedicata al benessere collettivo …

E si potrebbe continuare in un crescendo desolante. In quel qualcosa che dimostrerebbe come, oltre alla manifesta incapacità di chi governa (e non ci riferiamo solo a quello di oggi perché anche i precedenti non scherzavano), sia il sistema capitalista basato sul profitto privato, che di fatto rifiuta la solidarietà e il collettivo, a portare ricchezza per qualcuno e impoverimento generalizzato per chi vive del proprio lavoro,

Un sistema che deve essere trasformato dalle radici e non aiutato a sopravvivere con qualche “riforma” di facciata.

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