Morti sul lavoro 2025: una strage silenziosa che nessuno vuole fermare

Nel mese di gennaio 2025 i morti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 85 che diventano ben più di 110 considerando i decessi in itinere. Nei primi giorni di febbraio la strage continua: nella sola giornata del 5 febbraio ci sono stati 7 morti sul lavoro.

L’anno scorso sono state 1055 le persone morte nei luoghi di lavoro e 1482 nel totale che considera anche l’itinere. Quasi 400 in più rispetto alle 1090 riportate da INAIL che considera solo le denunce arrivate all’istituto. Una differenza che, di fatto, “contiene il danno” e non fa percepire la drammaticità di una situazione intollerabile.

Leggendo questi numeri che fanno sembrare il lavoro una guerra, di fronte a quella che è una vera e propria carneficina, nulla di concreto viene messo in campo. Viviamo in un sistema nel quale la denuncia di una situazione indecente e le proteste contro condizioni di lavoro intollerabili sono considerate un “fastidio” che deve essere osteggiato e del quale è meglio non parlare. Così si continua in un silenzio soffocante che non vuole far capire le vere cause di quello che accade nel mondo del lavoro. Sfruttamento, lavoro nero, precariato, bassi salari, tempi di lavoro insostenibili, appalti e subappalti a cascata, ricatti occupazionali sono tra le principali cause delle malattie professionali, degli infortuni, delle morti sul lavoro. Eppure si continua ad avere come obiettivo il profitto a qualsiasi costo, senza guardare in faccia niente e nessuno, tanto meno chi lavora.

È necessario mettere al primo posto della politica la questione lavoro e per avere qualche possibilità di ottenere qualcosa ci si deve unire, costruendo un movimento ampio e solidale di massa, per progettare un sistema diverso e lottare per conquistarlo.

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