Leonard Peltier, il prigioniero numero 89637-132, torna a casa

“La mia colpa è di essere indiano d’America, e la tua?”

“Lotterò ancora un po’… per sempre

Il 18 febbraio 2025, dopo quasi mezzo secolo di prigionia, torna a casa il detenuto Leonard Peltier. La sua ingiusta condanna a due ergastoli è stata commutata in regime di detenzione domiciliare.

Il processo che ha condannato un innocente alla perdita della propria libertà personale fu chiaramente una farsa, con testimonianze inattendibili e innumerevoli prove in suo favore nascoste, archiviate, mai prese in considerazione. La sola colpa di Peltier, per il potere statunitense, è di essere un “indiano d’America” e un attivista che lotta per i diritti del suo popolo.

Finalmente Leonard può riabbracciare i suoi cari e il suo popolo e, almeno virtualmente tutte le persone che, in questi decenni, hanno tentato di spezzare il silenzio che lo opprimeva. Lo fa a testa alta, da uomo che non si è mai inchinato di fronte a chi voleva distruggerlo fisicamente e spegnere la sua intelligenza.

Leonard Peltier non ha avuto quella giustizia e quel riconoscimento che gli erano dovuti ma oggi ritorna alla vita e, ne siamo certi, continuerà la sua lotta per tutti noi.

UN MESSAGGIO ALL’UMANITÀ
(di Leonard Peltier)

La nostra opera non sarà finita finché ci sarà
un essere umano affamato o maltrattato,
finché si obblighi una persona a morire in guerra,
un innocente possa languire in carcere
e chiunque sia perseguitato a causa del suo credo.

Dalla morte sorge la vita. Dal dolore sorge la speranza. Questo è quello che ho imparato in tutti questi lunghi anni di perdita. Perdita, mai disperazione.

Non ho mai perso la speranza o una fede assoluta nella giustezza della mia causa che è la sopravvivenza del mio popolo.

Non so come salvare il mondo. Non ho risposte né “La Risposta”. Non possiedo il dono segreto di come si possono riparare gli errori delle generazioni passate e presenti. So solo che, senza compassione e rispetto per tutti gli abitanti della terra, nessuno di noi potrà sopravvivere… o lo meriterà.

Il futuro, il nostro futuro, il futuro di tutti i popoli della terra, deve fondarsi sul rispetto. Che il rispetto sia la parola d’ordine e l’impegno del nuovo millennio che sta iniziando. E, nella stessa maniera con la quale vogliamo essere rispettati, noi dobbiamo rispettare gli altri.

Siamo uniti in questo… i ricchi, i poveri, i rossi, i bianchi, i neri, i mulatti, i gialli. Apparteniamo tutti a una sola famiglia, quella umana. Condividiamo la responsabilità della nostra Madre Terra e di tutti quelli che vivono e respirano.

Io credo che la nostra missione non finirà fino a quando esisterà un essere umano affamato o maltrattato, fino a quando si obbligherà qualcuno a morire in una guerra, ci sia un innocente a languire in prigione e qualcuno sia perseguitato per ciò in cui crede.

Credo nel bene dell’umanità. Credo che il bene possa prevalere. Credo, però, che questo possa accadere solo con un grande sforzo. E lo sforzo è nostro, di ognuno di noi, vostro e mio.

Dobbiamo essere pronti ad affrontare il pericolo che, senza dubbio, sarà presente. I critici ci attaccheranno, tenteranno di dividerci e ci prenderanno in giro per la nostra sincerità. Ma, se resteremo saldi in quello che crediamo, potremo rispondere ai loro attacchi e rinforzare il nostro impegno nei confronti della Madre Terra, grazie alla nostra lotta e a quella delle generazioni future.

Non dobbiamo mai smettere di lottare per la pace, la giustizia, l’uguaglianza tra tutti i popoli. Dobbiamo persistere in tutto quello che facciamo senza permettere a nessuno di farci dimenticare la nostra coscienza. Toro Seduto disse: “è facile tenere divise le dita di una mano ma se le uniamo quelle stesse dita formano un pugno poderoso”. Possiamo vincere o perdere ma la lotta è nostra.

IL MESSAGGIO

Il silenzio, dicono, è la voce della complicità.
Ma il silenzio è impossibile.
Il silenzio urla.
Il silenzio è un messaggio,
così come anche il non agire è un fare.
Lascia che quello che sei suoni e risuoni
in ogni parola e in ogni fatto.
Sì, trasformati in quello che sei.
Non puoi scappare da quello che sei
o dalla tua responsabilità.
Tu sei quello che fai.
Tu sei la tua propria e giusta punizione.
Tu ti trasformi nel tuo stesso messaggio.
Tu sei il messaggio.

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