Il PCI al Secondo Forum Internazionale Antifascista

Dal 22 al 24 aprile si è tenuto a Mosca, su iniziativa del Partito Comunista della Federazione Russa, il Secondo Forum Internazionale Antifascista.

Per il Partito Comunista Italiano, tra le numerose realtà progressiste e di sinistra invitate, erano presenti i compagni Mauro Alboresi e Stojan Spetic.

La discussione, suddivisa per macro gruppi, si è articolata su tre temi (esperienza storica della lotta antifascista, teoria e pratica; una minaccia alla sicurezza ed alla cooperazione nel fascismo europeo, le sue forme, la sua essenza e le sue cause; nazismo e fascismo: continuazione logica e forme successive del capitalismo coloniale, politica israeliana di genocidio fascista del popolo palestinese) ed è stata riassunta nella risoluzione finale che verrà pubblicata quanto prima.

Il PCI, tra i soggetti chiamati ad intervenire, attraverso il segretario nazionale Mauro Alboresi ha svolto il proprio intervento, anch’esso allegato alla presente, in relazione al secondo tema posto all’attenzione generale.

Nel corso delle diverse iniziative che hanno accompagnato il Forum, tra le quali una visita guidata al museo della cosmonautica ed una a quello dell’energia nucleare, sia con  riferimento all’Unione Sovietica  che alla Russia attuale, il PCI ha avuto modo di esprimere ad alcune importanti emittenti televisive russe, attraverso il compagno Stojan Spetic del Dipartimento Esteri, il proprio punto di vista critico nei confronti della politica delle sanzioni adottate dall’Occidente nei confronti della Russia.

Nel contesto del Forum il PCI ha avuto modo di confrontarsi direttamente con alcune delle realtà comuniste europee presenti sulle grandi questioni che connotano la fase politica attuale, a partire dalla sempre più stringente alternativa tra pace e guerra e dai processi che investono l’Unione Europea, sottolineando la necessità di un’azione coordinata in merito.

Roma, 30 aprile 2025   

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Intervento di Mauro Alboresi – Segretario nazionale Partito Comunista Italiano

Il fascismo europeo: una minaccia alla sicurezza e alla cooperazione. Le sue forme, la sua essenza e le sue cause.

Care compagne e cari compagni,

desidero innanzitutto ringraziare sinceramente gli organizzatori di questo Forum Internazionale Antifascista, una piattaforma fondamentale per il dialogo tra le forze progressiste e di sinistra, soprattutto oggi, in un momento in cui l’antifascismo torna a essere una necessità.

Perché il fascismo – contrariamente a quanto affermano alcuni – non è finito nel 1945. Non è scomparso con la fine della Seconda guerra mondiale e con la sconfitta del nazifascismo, di cui a breve celebreremo l’80° anniversario. Una vittoria resa possibile, innanzitutto, grazie al fondamentale contributo dell’Unione Sovietica.

Il fascismo, le cui cause ci sono ben note, non è scomparso: ha assunto nuove forme, si è adattato, si è mascherato. Non se ne è mai andato. Ha continuato ad agire – talvolta apertamente, più spesso nell’ombra. E oggi torna a manifestarsi. Non è più lo stesso che conoscevamo nel passato, ma resta fascismo.

È emblematico, ad esempio, quanto accade in America Latina. Ma anche l’Europa non fa eccezione.

Oggi i fascisti si presentano come populisti, sovranisti, “patrioti”. Cambiano nomi, slogan, l’aspetto esteriore – ma non la sostanza. C0osì cercano di nascondere la continuità tra il vecchio e il nuovo fascismo. Ma questa continuità è evidente – e visibile.

Assistiamo  una volta al ritorno delle caratteristiche fondamentali del fascismo: il razzismo, il culto della supremazia bianca, la demagogia rivolta agli emarginati – a coloro che la globalizzazione ha lasciato indietro, alle classi impoverite e abbandonate, alle persone che oggi si sentono sempre più povere, insicure, sole.

A queste persone viene indicato un nemico – lo “straniero”, il “diverso” – e viene offerta la falsa illusione di una liberazione attraverso l’odio.
È questa la logica che sta alla base delle attuali politiche migratorie: esse ignorano le reali cause delle migrazioni – cause che sono in larga parte responsabilità dello stesso Occidente – e le sostituiscono con criminalizzazione e repressione.

È un dato di fatto: le forze di estrema destra, apertamente fasciste nella loro natura, partecipano ai governi o li sostengono in diversi Paesi.
Diffondono idee razziste, xenofobe, scioviniste e discriminatorie, che mettono in discussione il principio stesso di uguaglianza.

È altrettanto evidente che l’Unione Europea è attivamente impegnata in un’opera di falsificazione della storia. Cerca di imporre un pensiero unico, diffonde concezioni reazionarie, promuove l’anticomunismo e mina la democrazia.

Il neoliberismo economico, la centralizzazione crescente dei processi decisionali, la restrizione dei poteri di parlamenti, governi e cittadini – tutto ciò rivela il vero volto del processo di integrazione capitalista rappresentato dall’Unione Europea. 

Nella politica estera prevalgono sempre più il militarismo e l’interventismo, come dimostrano la guerra in Ucraina e l’ipocrisia dell’UE di fronte alle azioni di Israele, sempre più orientato verso una deriva sionista, autoritaria e fascista contro la Palestina.

L’Unione Europea si configura sempre più come un blocco imperialista in formazione, sempre più legato alla NATO. Si avvita in una logica militarista di scontro tra Occidente e Oriente, con l’obiettivo di conservare un ordine mondiale unipolare guidato dagli Stati Uniti.
Ma quest’ordine non regge più. E per sostenerlo si ricorre alla guerra, cercando di bloccare il processo verso un mondo multipolare a cui sempre più popoli e Paesi guardano con speranza.

In questo contesto si inserisce anche la situazione italiana: da due anni e mezzo l’Italia è governata da una coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni, leader del partito “Fratelli d’Italia”, che affonda oggettivamente le sue radici nel fascismo.

Si tratta di un governo pienamente inserito nella logica euro-atlantica e neoliberista, che nega le radici antifasciste della Repubblica Italiana, sminuisce il valore della lotta di liberazione dal nazifascismo e rifiuta l’eredità della Resistenza, di cui la nostra Costituzione rappresenta il programma politico.

Questa coalizione porta avanti un processo di svuotamento e alterazione dei principi costituzionali, tenta con insistenza di modificarne la sostanza.
Sostiene la ristrutturazione capitalista in corso, promuove l’introduzione del premierato, la subordinazione del potere giudiziario all’esecutivo, la criminalizzazione del dissenso e la restrizione sempre più evidente degli spazi democratici.

Osserviamo politiche simili anche in altri Paesi europei. Tutto ciò conferma l’esistenza di un processo continentale con cui dobbiamo fare i conti.

Il fantasma del fascismo si aggira per l’Europa e per il mondo. Assume le sembianze di un capitalismo occidentale in crisi, che porta con sé guerra, disastri sociali e ambientali.

Oggi siamo di fronte a una vera e propria internazionale dell’estrema destra, con tratti chiaramente fascisti. E davanti a tutto questo – alle sue cause profonde, alle sue conseguenze – non possiamo abbassare la guardia.

È tempo di antifascismo militante. È tempo di rafforzare e coordinare l’azione delle forze progressiste e di sinistra, e più in generale di tutte quelle realtà impegnate a impedire il ritorno di alcune delle pagine più buie della storia d’Europa e dell’umanità.

Grazie!

One Comment

  1. Mario Eustachio De Bellis

    D’accordo

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