A 105 anni dagli eventi del 1920, come ogni 26 di giugno ci siamo ritrovati davanti all’ingresso dell’università di Economia, ex sede della caserma di Villarey, non solo per ricordare un episodio fondante della storia contemporanea di Ancona, ma anche e soprattutto per sottolineare il legame con la stringente attualità della contrarietà alla guerra, al riarmo e all’aggressività dell’imperialismo.
Con soddisfazione PCI sezione di Ancona rileva che l’appuntamento davanti al teatro dell’insurrezione richiama referenti di associazioni di varia ispirazione politica ed ideologica, non solo comunista; e ogni anno intervengono singoli individui i quali, legati a protagonisti della rivolta per motivi familiari, consentono attraverso le proprie testimonianze di aggiungere nuovi particolari storici e narrativi alle vicende su cui rischia di gravare pesante la scure dell’oblio.
Gli interventi della mattinata si sono condensati sia sull’analisi della dimensione prettamente storica da parte di Ruggero Giacomini segretario regionale PCI e storico, sia su quella concernente la retorica bellicista che oggi come ieri tenta di condurre i popoli alla distruzione in nome del suprematismo e del nazionalismo; importante la disamina delle dinamiche sottostanti al riarmo delle nazioni da parte del compagno Paolo Guerrini, quella della condivisione della lettura geopolitica attuale di Alessandro Belfiore e quella sulla necessità dell’obiezione di coscienza espressa da Francesco Graziosi.