Yasmin Dabash: nelle Marche, vogliamo donne libere e un’economia che non sanguini per la guerra

Grazie a tutte e tutti per essere qui. Sono Yasmin Dabash, 24 anni, nata nelle Marche da famiglia palestinese, e oggi candidata nella lista del PCI in questa campagna elettorale con due priorità: i diritti delle donne e la giustizia per la Palestina. Lo faccio da attivista che ha lavorato sul territorio – dall’università ai centri sociali, dalle piazze ai consultori – e da donna che non accetta più che siano altri a decidere sul nostro corpo e sul nostro futuro. Non accetto più persone che parlino a nome mio e che le loro parole non si trasformino mai in fatti. Come giovane donna palestinese nelle Marche, vedo ogni giorno come la lotta per l’autodeterminazione femminile sia universale: che sia nelle nostre campagne o sotto l’occupazione israeliana, le donne combattono per il diritto a decidere del proprio corpo, del proprio lavoro e del proprio futuro. Queste due battaglie sono sorelle, si intrinsecano nella loro intersezionalita.

1. 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐥𝐞

a) Problema: In Italia, 7 strutture opedaliere su 10 non garantiscono l’accesso all’aborto per obiezione di coscienza. Nelle Marche 10 strutture su 14, peggior dato nazionale dopo Molise e Basilicata. Nella nostra regione, 10 consultori su 14 sono fantocci patriarcali: l’obiezione di coscienza riguarda anche la contraccezione. Nelle Marche non è possibile praticare l’aborto farmacologico perché le linee guida ministeriali non sono state mai applicate. Questa situazione l’ho vista in prima persona organizzando campagne e facendo parte di incontri con collettivi femministi: quando le donne parlano tra loro, senza mediazioni maschili, nascono soluzioni concrete. Non servono ‘tutele’, serve autonomia. Questo non è un ‘dibattito’: è un’emergenza. Quando il 70% dei ginecologi si rifiuta di applicare la legge 194, sta dicendo a noi donne che il nostro corpo non ci appartiene. La situazione è precipitata nelle Marche, da quando Acquaroli è al governo della regione, ma la legge 194 già prima di questa Giunta non era applicata.

b) La mia proposta: -Finanziamenti straordinari per assumere personale non obiettore, vincolando i fondi regionali a questo obiettivo. -Consultori laici e femministi, dove le donne siano informate su tutti i diritti, non giudicate. – Educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, perché la libertà inizia dalla conoscenza. Basta finanziare i centri anti-aborto. Quei soldi vanno alle donne, non a chi le vuole controllare.

2. 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚

a) Collegamento con le Marche: La nostra regione ha rapporti economici con aziende israeliane che finanziano l’occupazione della terra palestinese. Ogni euro investito in queste collaborazioni è un euro che sostiene il genocidio palestinese.

b) Proposta concreta: la Regione Marche deve disdire immediatamente qualsiasi accordo con aziende collegate all’esercito di occupazione israeliano. Promuovere accordi alternativi con economie locali palestinesi, sostenendo chi resiste all’occupazione.

c) GEMELLAGGI DI RESISTENZA: Sostenere il progetto Pesaro-Rafah per ospedali e scuole, non le chiacchiere dei sindaci e creare altri corridoi umanitari.

d) BOICOTTAGGIO ECONOMICO: Mai più un euro pubblico a chi commercia con gli insediamenti illegali.

e) Riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina nei rapporti internazionali della Regione. Alcuni dicono: ‘Basta riconoscere la Palestina’. No. Riconoscere uno Stato senza smettere di finanziare chi lo distrugge è negare la Palestina due volte: con le parole e con i fatti. Da palestinese, vi dico: non è ‘solidarietà’. È giustizia. Ho organizzato manifestazioni e lavorato con l’ANPI perché questa lotta è la stessa di chi resisteva al fascismo. E come allora, non servono ‘aiuti’: serve smettere di finanziare chi ci opprime. Smettere di finanziare il genocidio è una delle prime strade per mettere fine a questa pulizia etnica.

Conclusione: 𝐇𝐨 𝟐𝟒 𝐚𝐧𝐧𝐢, 𝐦𝐚 𝐬𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞. 𝐍𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞, 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐮𝐧’𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐢𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚. 𝐈𝐥 𝐏𝐂𝐈 𝐜’𝐞̀, 𝐢𝐨 𝐜𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨, 𝐞 𝐨𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨 𝐚 𝐯𝐨𝐢: 𝐝𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐞? 𝐄́ 𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐬𝐮𝐩𝐫𝐞𝐦𝐚𝐭𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐢𝐞.

Grazie Yasmin Dabash

(conferenza stampa di presentazione della lista PCI alle elezioni regionali 7 Agosto 2025)

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