Nei prossimi giorni, contro il genocidio del Popolo Palestinese, contro la guerra e le spese militari, insulto alla Pace e alla democrazia; i comunisti saranno nelle piazze d’Italia coi Sindacati, a fianco della lotta e mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nei prossimi giorni la CGIL (19 settembre) e successivamente l’USB (22 settembre) hanno indetto con distinte modalità, uno sciopero nazionale per Gaza che si articolerà su base territoriale dando vita a manifestazioni e mobilitazioni popolari in decine di piazze italiane. Si tratta di una scelta necessaria che con la voce del mondo del lavoro, grida forte il bisogno di fermare la strage senza fine del Popolo Palestinese, l’occupazione militare e la distruzione sistematica di Gaza City e della Striscia, l’espulsione con ogni mezzo di un’etnia dalla propria terra che da troppo tempo al netto di distinguo e ipocrisie è genocidio, tentativo di cancellazione dalla storia. Il tutto, in un clima internazionale segnato nel mondo occidentale da politiche a trazione statunitense, che si traducono in scelte economiche e militari assai gravi, foriere di una precipitazione della crisi su scala globale. Il tutto, a partire da un’impressionante corsa al riarmo ed una crescita esponenziale delle spese per gli armamenti in molti Paesi. Tra questi l’Italia che ha aderito all’ipotesi di portare progressivamente al 5% l’allocazione di risorse in tale direzione, ponendo all’attenzione del Parlamento sin dalla discussione della prossima finanziaria (Bilancio dello Stato), l’approvazione di una prima consistente posta economica destinata a tale scopo.
Una scelta che a fronte di una situazione di forte crisi e disagio sociale, sottrae in via ulteriore e drammatica enormi somme al welfare, ai servizi pubblici, alla sanità, all’istruzione, alle politiche giovanili e femminili. Una scelta, che per dimensione e caratteristiche delinea con chiarezza la filosofia dell’attuale destra al governo, prona alle politiche atlantiche di “un’Europa che mette l’elmetto”, prona ai diktat Usa che dai dazi alla spesa militare, scarica difficoltà proprie di ordine e carattere sempre più strutturale sui popoli del mondo. Una scelta che mentre i salari non crescono e i lavoratori si impoveriscono, mentre diminuiscono le tutele sociali e le condizioni di pari accesso ai servizi fondamentali, mentre aumentano i morti sul lavoro (una vera e propria guerra procurata contro i lavoratoti e le lavoratrici dal liberismo e dalla massimizzazione del profitto capitalistico); risulta un insulto alla vita democratica e al futuro del Paese.
Contro le spese militari, contro i venti di guerra, contro il genocidio impunito e tuttora in atto del Popolo Palestinese, vergogna del mondo, schiaffo alla memoria di un Paese e di un’Europa risorte sulle ceneri di un conflitto di distruzione e morte procurate dal nazifascismo, schiaffo alla coscienza democratica dei popoli e dei lavoratori che ovunque e sempre hanno per primi patito la sciagura della guerra, l’oltraggio dello sterminio, della deportazione e della persecuzione politica e razziale, dell’impoverimento e della fame, della distruzione del tessuto produttivo; il Dipartimento Nazionale Lavoro chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici comunisti alla mobilitazione dando indicazione alle strutture territoriali di operare per la massima partecipazione e visibilità del PCI in ogni occasione annunciata di lotta.
Il Dipartimento Nazionale Lavoro del PCI




