Cangemi: la carenza dei medici figlia di una politica assurda

di Luca Cangemi, Segreteria nazionale Pci

La carenza dei medici,  come è annunciato da anni, sta diventando un problema ingestibile. L’apprendista stregone dell’autonomia differenziata Zaia ricorre per colmare i vuoti della celebrata Sanità veneta al brillante provvedimento di reclutare medici pensionati. Un anestesista di 85 anni (caso incredibile ma vero salito giustamente agli onori delle cronache nazionali) o un medico ultrasettantantenne la notte al pronto soccorso diventeranno le credenziali di un servizio sanitario nazionale, che la Lega vuole definitivamente rendere particolaristico. Non più rassicurante appare l’incipiente esplosione del precariato, con contratti di pochi giorni e paradossali ma inevitabili sono i viaggi dei governatori leghisti per reclutare medici stranieri!

Tutto si fa tranne che affrontare le cause reali del problema che si chiamano tagli all’istruzione ed alla Sanità e numero chiuso all’Università. Il cuore delle politiche liberiste. Il ministro Bussetti promette un ridicolo ampliamento di posti. E comunque non c’è da fidarsi vista la surreale discussione di qualche mese fa (in sequenza: abolizione del numero chiuso annunciata dalla ministra grillina, appoggio di Salvini, protesta dei Rettori, dichiarazione di Bussetti di non saperne niente, nulla di fatto e tutto come prima).

C’è dunque bisogno di una grande mobilitazione su una piattaforma molto semplice: abolizione del numero chiuso, aumento consistente delle borse di specializzazione, investimenti reali su un sistema sanitario che deve rimanere nazionale e pubblico. Meno mercato e più Stato. Una mobilitazione che deve vedere uniti il mondo dell’istruzione e quello della sanità. Lavoreremo per questo.

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