Che il flagello si abbatta

La barbarie compassata del moderno
liberalismo capitalistico

di Patrizio Andreoli, Segreteria Nazionale PCI
e Dipartimento Politiche dell’Organizzazione PCI

In epoca di COVID-19, il Premier Inglese Boris Johnson ha idee chiare: “immunità di gregge” e sacrificio dei più deboli.
Con aplomb, ovvero letteralmente senza fare una piega, pochi giorni fa ha dichiarato che “molte famiglie si devono preparare a perdere i propri cari”. Ma quale chiusura di servizi, scuole e strutture produttive!
Ma quale allarme sociale e attivazione di politiche e pratiche di contenimento del virus!
Lasciate che il flagello propaghi e faccia il suo corso naturale, in fondo si tratta solo di mettere in conto la perdita di una parte non piccola di popolazione è vero, ma in genere si tratterebbe di quella più povera e meno tutelata, insomma di quella più fastidiosa, nel caso impegnata a pretendere diritti, a reclamare opportunità e a rincorrere pericolose chimere di uguaglianza; veloce nel sollevar proteste e nell’attaccare in maniera insopportabile la legittima ricchezza e le proprietà che Dio (che tutto vede e sa scegliere) ha concesso solo ad alcuni.

D’altronde, al fine, a molti si chiede solo di mettere in conto di morire.
Un evento che prima o poi comunque avverrebbe. Perché dunque intaccare la ricchezza del Paese, alzare la febbre in Borsa insidiando quei patrimoni e portafogli (societari e personali) che se domani si scoprissero anche di poco meno pingui, potrebbero valutare non più conveniente permettere che il popolo britannico si sfami?

Già, perché se il sistema capitalistico non gode di buona salute, se padrone non sta bene, anche il servo soffre e più spesso muore.
Morire appunto. Un compito a cui il nostro primo ministro – va da sé – si attende che si adempia senza troppo alzar di voci e disturbo per chi resta.
E chi resta sarà più forte. I sopravvissuti risulteranno immunizzati.

In buona sostanza di sessanta milioni di cittadini, il governo di sua maestà ha calcolato che in trentasei saranno contagiati dal virus.
Con un tasso di mortalità del 3% (una stima che potrebbe rivelarsi persino calcolata per difetto) significa che la Gran Bretagna potrebbe trovarsi in breve tempo dinanzi a circa un milione e centomila decessi.
E siccome le parole raccontano spirito dei tempi, mentalità e valori di riferimento, la scelta di un’immunità definita “di gregge” (e non di massa, riferita cioè nella società moderna a persone, lavoratori, cittadini) quale traguardo istituzionale a cui puntare, ci pare in sé capolavoro assoluto circa la considerazione e lettura dell’umanità che s’intende proporre.

Un’umanità colta non nella sua accezione universale di communitas o societas, ma di specie, tant’è che tale tipo di immunità è definita nella letteratura medica anche di “gruppo” o “di branco”.
Siamo a molti secoli prima del contratto sociale, siamo alla relazione ferina fra gli esseri umani laddove non si dà come utile e conveniente una risposta collettiva solidale, ma solo la registrazione dei fatti (fatali, immutabili) tanto che le “famiglie non possono che prepararsi” a registrare molti lutti. Siamo, insomma, al proporsi di una formidabile opzione di darwinismo sociale, ovvero di “lotta per la sopravvivenza” (struggle for life and death), di selezione naturale del più adatto e forte, presentati quale regola a cui informare la comunità. Un esempio non nuovo nella storia, di auto rappresentazione del potere quale traduzione e summa di una data visione del mondo, di precisi interessi materiali e rapporti di classe da tutelare, con cui il primo ministro inglese ha prospettato il peggio senza batter ciglio.

Lo stesso cinismo e la stessa indifferenza con cui a Béziers nel luglio del 1209, secondo fonti agiografiche, in occasione della crociata albigese destinata a determinare lo sterminio dei catari si vuole che il legato papale di Innocenzo III abbia detto: “Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi”. 
Sì, darwinismo sociale e feroce selezione di classe, poiché quel che oggi dà segno di preoccupare davvero il governo conservatore britannico non sono i prezzi umani conseguenti all’espandersi dell’epidemia, ma più immediatamente l’eventuale costo economico-sociale a carico dello Stato derivante dal sostegno e dall’implementazione di un welfare in grado di farsi seriamente carico di un’azione di prevenzione e di cura efficiente ed universale. Insomma, che l’epidemia colpisca pure come la gradine, ma senza toccare mercati e ricchezze, equilibri sociali ed interessi consolidati!

Per rinvenire in anni recenti tanta esplicita feroce chiarezza circa la natura e gli obbiettivi di fondo del capitalismo finanziario ed economico, bisogna risalire al 2013 quando la banca d’affari statunitense JP Morgan responsabile della crisi dei subprime, scrisse nero su bianco in un propria relazione ufficiale la ricetta del grande capitale per gli stati dell’Eurozona. Il suo consiglio ai governi nazionali d’Europa per sopravvivere alla crisi del debito era così sintetizzata: liberatevi al più presto delle vostre costituzioni antifasciste. Infatti, “…i sistemi politici dei paesi europei del Sud e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano caratteristiche inadatte a favorire l’integrazione. C’è forte influenza delle idee socialiste”, citando, tra gli aspetti problematici, l’eccessiva tutela garantita ai diritti dei lavoratori.

Su quanto accaduto non hanno nulla da dire le anime belle che in genere si commuovono per un cagnolino abbandonato o un animale ferito? Oggi, nel caso del fulgido intervento del primo ministro Johnson come già ieri dell’illuminata posizione di una delle principali banche mondiali; nella “civile e democratica” Europa nessuna voce di peso si è seriamente sollevata per stigmatizzare il volto atroce di un capitalismo, in tutta evidenza sempre più incompatibile con la salvezza e l’emancipazione dell’umanità. Non l’ha fatto il Parlamento Europeo che pure si è esercitato sull’indegna equiparazione tra nazi-fascismo e comunismo, non l’ha fatto l’Internazionale Socialista (…ma dov’è?), non l’ha fatto l’autorità morale della chiesa, anzi l’autorità e la voce delle diverse chiese e confessioni continentali. Il tutto è stato derubricato a battuta, ad articolo di colore, ad eccentricità anglosassone corretta – strada facendo – dalla sopraggiunta raccomandazione ai cittadini di quel Paese sopra i settanta anni, a non uscire di casa ed in queste ore a ridurre vita sociale ed affollamenti. Al momento, siamo, insomma, ancora a poco più della politica compassionevole e al pietismo delle classi abbienti; naturalmente, purché non costi troppo.

In proposito, vogliamo immaginare anche solo per un momento, che cosa sarebbe accaduto se tale strategia (immunità di “gregge”) fosse stata proposta e fatta propria dalla Cina o da altro Paese non in linea coi dettati della banca mondiale; per esempio Cuba o il Venezuela. Non abbiamo dubbi circa il fatto che si sarebbe alzata un’onda di sdegno democratico, un tamtam di esecrazione duraturo, sostenuto con tutta la pervasività e potenza degli attuali mezzi di comunicazione per denunciare regimi totalitari (e il comunismo) che annullano dignità individuali e calpestano diritti, a segnare scelte che considerano i propri cittadini come gregge e non come massa attiva, partecipe, titolare di diritti inalienabili. Quella Cina che al presente ha operato con forza per sconfiggere in maniera stringente l’epidemia, e oggi invia proprio personale specializzato, ventilatori ed altri presidi medico-chirurgici in soccorso delle popolazioni europee, tra cui l’Italia.

E’ che la morale, ovvero l’insieme dei valori di riferimento di una società, viaggia sulle spalle dei rapporti economici, dei ruoli e della coscienza sociale che questi determinano, decidendo per gran parte la visione del mondo che ne deriva. Spetta a noi comunisti narrare e battersi per una altro mondo possibile, sovvertire rapporti e valori, lanciare il grido d’accusa contro la ferocia di una capitalismo che non tenta neanche più di assumere un volto umano ed accettabile, ma si rivela e dichiara spietatamente per ciò che è. Ma un grido non basta. Serve costruire una nuova possente stagione di lotte. Una fase di rivolta.

Per il futuro e la salvezza dell’umanità!

One Comment

  1. Massimo

    Nessuna sorpresa . Cosa aspettarsi da un nipotino della Thatcher ?? Invito tutti a procurarsi l’ultimo film di Ken Loach “Sorry we missed you” (disponibile in rete e in italiano), un magistrale drammatico e reale ritratto dell’Inghilterra dei nostri giorni . Un glorioso paese nella storia delle classi subalterne, che ebbe Marx come illustre studioso, passato poi negli anno 80′ per la rivoluzione neoliberista della Thatcher e per il cambio di campo generato nel Partito Laburista da Tony Blair, si trova oggi guidato da criminali che non hanno a cuore la sopravvivenza la salute e i bisogni dei cittadini ma gli interessi del capitale e della finanza.

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