CROLLO PONTE TRA TOSCANA E LIGURIA. Il CORONAVIRUS HA EVITATO UNA TRAGEDIA.

di PCI Toscana

Era ormai noto come il ponte delle polemiche e della paura. Il viadotto che, attraversando il fiume Magra, collegava la SP70 alla SP62 fra Toscana e Liguria, è crollato.

Un crollo annunciato, che non si è trasformato in una tragedia paragonabile a quella del Ponte Morandi soltanto grazie alla mancanza di traffico, dovuta alle restrizioni anti-Coronavirus.

Il vecchio ponte, costruito nel 1908, era pieno di crepe segnalate più volte dagli automobilisti. I tecnici dell’ANAS, dopo un sopralluogo, avevano escluso qualsiasi pericolo per la stabilità della struttura. E invece il ponte è collassato.

Siamo di fronte ad un nuovo risultato della mancanza di investimenti atti a mettere e mantenere in sicurezza le infrastrutture pubbliche.

Lo Stato deve dotare i soggetti competenti delle risorse necessarie per garantire la sicurezza dei servizi pubblici.

Occorre una politica pubblica di investimenti che risani e sviluppi le vie di comunicazione, potenziando i servizi di prevenzione e manutenzione, nazionalizzi e gestisca direttamente la rete autostradale, dia la priorità ai trasporti pubblici potenziando la rete ferroviaria, a cominciare da quella locale.

L’erogazione di finanziamenti a pioggia alle aziende sembra essere la politica che questo Governo vuol continuare a seguire, anche in questa situazione di crisi profonda.

È invece arrivato il momento, se non si vuole far sprofondare l’Italia in un disastro senza vie d’uscita, che lo Stato imposti una programmazione democratica che faccia da volano a una ricostruzione economica fondata sullo sviluppo dei settori di pubblica utilità, sottomettendo gli interessi economici privati a quelli collettivi, come prescritto dalla Costituzione.

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