Cuba, sessant’anni di rivoluzione

di Paolo La Scala, responsabile antimafia e antifascismo, PCI – Palermo e presidente del collegio regionale di garanzia, PCI – Sicilia

 

Gli anni cinquanta furono il decennio che determinò, di fatto, il destino di Cuba. Nel 1952 il colonnello Fulgencio Batista prende in armi il potere ed instaura una feroce dittatura foraggiata dagli Stati Uniti d’America. In quel momento storico sull’isola quasi la metà del territorio arabile è di proprietà di pochissimi e ricchissimi possidenti, ma anche delle multinazionali statunitensi; il tasso di alfabetizzazione non supera il 40%, i laureati sono poco meno del 10% ed esiste un enorme divario economico e sociale tra i pochi ricchi e i tanti poveri dell’isola. Cuba in quel momento è anche il paradiso dei turisti in cerca di fugaci, facili e lascive avventure; è il luogo dove le mafie di mezzo mondo tengono i loro dorati summit e riscuotono le percentuali degli introiti dei locali casinò col beneplacito di Batista e degli USA. È proprio questo lo scenario che spinge Fidel Castro, suo fratello Raul ed Ernesto Guevara ad intraprendere la lotta armata rivoluzionaria contro la dittatura filoamericana di Batista. La storia, da comunisti, la conosciamo: dal Granma che salpa dalle coste messicane con a bordo Fidel Castro, Ernesto Guevara e una settantina di guerriglieri, fino all’entrata trionfale all’Avana il primo gennaio 1959 e la fuga del dittatore su un aereo.

Ma la rivoluzione cubana non fu solamente la presa del potere e il conseguente scalzamento di un precedente ordine reazionario e plutocratico: essa ebbe origine come una tenace guerriglia armata, affiancata all’alfabetizzazione delle nuove leve fino a quel momento tenute nel buio dell’ignoranza e dell’analfabetismo.

In sessant’anni la Rivoluzione Cubana ha conquistato, fino ad ora, tantissime grandi vittorie, subendo soltanto poche ed istruttive sconfitte. Sotto la guida di Fidel Castro, insieme all’indispensabile aiuto di Ernesto Guevara, Cuba creò un sistema sanitario interamente statale e completamente gratuito: da allora, nulla cambiò sulle modalità di fruizione, con la dispensa dei medicinali (da quelli da banco a quelli specialistici) che ancora oggi è  interamente a carico dello stato. Ad ogni cubano e cubana è riconosciuto il diritto a ricevere assistenza medica e ospedaliera gratuita, attraverso la rete di installazione di medici rurali, dei policlinici, ospedali, centri di profilassi e di trattamento specializzato. La prevenzione sanitaria è garantita attraverso piani semestrali di divulgazione sanitaria e di educazione alla salute; inoltre gli esami specialistici, le vaccinazioni e le misure di prevenzione di rarissime malattie sono interamente gratuiti. Lo Stato cubano garantisce alla donna lavoratrice un permesso di maternità retribuito (prima e dopo il parto) e scelte lavorative temporanee, compatibili con le sue funzioni materne. Ma un sistema sanitario così efficiente e gratuito non può funzionare senza un attento ed ottimo sistema scolastico in ogni ordine e grado: il sistema scolastico cubano, attualmente in vigore dal 1960, garantisce l’accesso gratuito ad ogni grado d’istruzione, università compresa; l’obbligo scolastico parte dal sesto anno di età fino ai successivi sedici. Lo stato cubano provvede inoltre a fornire ad ogni scolaro e studente il materiale di studio e le uniformi scolastiche. Secondo l’UNESCO, Cuba è una “società dell’educazione”, dove attualmente esistono 22 facoltà di medicina, distribuite in tutte le province del paese. Alcune di queste ricevono solo studenti stranieri, come la Escuela Latinoamericana de Medicina en La Habana (ELAM), e molte altre che attualmente seguono un nuovo modello di educazione basati sulle relazioni con Venezuela, nell’ambito del programma di sviluppo sociale e lotta alla povertà in America Latina e Caraibi, denominato ALBA (Alianza Bolivariana para las Américas), dando la possibilità di formarsi a studenti con poche risorse economiche provenienti da Venezuela, Bolivia, Ecuador e Honduras.

Cuba ha inoltre uno tra i primi cinque tassi di alfabetizzazione al mondo, il più basso numero di singoli malati di AIDS al mondo e non sono attestati casi di mortalità infantile da almeno quarant’anni.

Politicamente, Cuba è uno stato socialista dei lavoratori, secondo la costituzione del 1976 (adesso in via di ammodernamento), basato sui principi del marxismo e del socialismo reale, ma paradossalmente, il Partito Comunista Cubano non è l’unico ammesso nell’agone politico cubano: esistono altri piccoli partiti di ispirazione liberale e democratico-cristiana, ma che hanno un peso politico molto marginale. Lo stesso PCC non ha mai attuato politiche di scoraggiamento nei confronti di altri partiti politici cubani, e inoltre non ha mai forzato la popolazione cubana ad iscrivervi. I membri dell’Assemblea Nazionale (il parlamento unicamerale della nazione) sono eletti attraverso i Comitati per la Difesa della Rivoluzione, costituiti su base urbana, provinciale e regionale, attraverso il suffragio universale e diretto. I rappresentanti locali sono eletti su base maggioritaria relativa. Ma per difendere questi primati, Cuba ha subìto sessant’anni di embargo, el bloqueo, come viene chiamato dai cubani, imposto dagli Stati Uniti d’America; quegli stessi Stati Uniti che hanno minacciato una nuova guerra mondiale nucleare per l’installazione dei missili sovietici voluta da Mosca a Cuba col consenso di Fidel Castro; quegli stessi Stati Uniti che hanno accolto a braccia aperte i dissidenti criminali che hanno più volte attentato alla vita di Fidel Castro.

Gli stessi Stati Uniti che hanno provato ad invadere Cuba nel 1962 attraverso la rinomata invasione nella Baia dei Porci, valorosamente combattuta e respinta dal nuovo esercito rivoluzionario cubano; gli stessi Stati Uniti che hanno diffamato Cuba attraverso quella marionetta giornalistica di Yoani Sanchez che propugnava scenari apocalittici, parlando di continue persecuzioni verso tutti gli organi di stampa, arrivando ad inscenare un finto ferimento da parte delle forze armate rivoluzionarie; notizie, poi rivelatesi false, di arresti ed esecuzioni sommarie in pubbliche piazze di centinaia di persone al giorno.  Tutti fatti prontamente smentite dall’evidenza incontrovertibile dell’ultima esecuzione capitale praticata a Cuba, risalente al 1989 – quattro ufficiali militari furono effettivamente accusati di traffico internazionale di droga, spionaggio e sovversione dello stato -.

Attualmente, la pena di morte è di fatto sospesa, e non abolita per via di una moratoria ONU approvata nel 2008 e dove la stessa Cuba si astenne a riguardo: ciò comunque non causò il ritiro della proposta della sospensione della pena capitale.

Sul palcoscenico internazionale, solo da pochi anni lo stato cubano ha concesso un allargamento dei visti turistici verso l’estero, ma il tanto agognato esodo da Cuba degli esuli anti-castristi, bandito a tamburo battente dai media occidentali, si è rivelato una colossale bufala.
Cuba è stata determinante dal punto di vista militare nel sostegno ai movimenti rivoluzionari marxisti in Africa e nel sostegno medico e militare nelle zone di calamità naturale; dal 1959 l’isola possiede una delle migliori squadre nazionali di pallavolo e baseball al mondo (importato dagli statunitensi), i migliori pugili, nuotatori e atleti leggeri del continente americano dopo gli USA. L’alleanza associativa con i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) consente a Cuba di essere uno dei principali partner mondiali del commercio nonostante l’embargo subito, già condannato per ben tre volte da tre diverse risoluzioni ONU. Ma Cuba, da sola non può avanzare: col sessantesimo anniversario della terza rivoluzione socialista più durevole della storia umana, lo stato cubano entra in una nuova fase di rinnovamento e modernità; da comunisti, oggi più di prima, bisogna profondere ogni sostegno alla grande Rivoluzione Cubana. Fino alla vittoria.

Patria o Muerte, Venceremos!

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