Dal 27 maggio 2017 Taranto ha nuovamente la sede del PCI

Di Franco De Mario, Segretario regionale PCI Puglia, Ferdinando Dubla, della Segreteria cittadina PCI Taranto

La città dell’acciaio, che negli anni ’70 era l’emblema della soggettività della classe operaia meridionale, speranza di riscatto per tutto il Mezzogiorno, oggi paga a caro prezzo i costi di uno sviluppo, quello privatistico e capitalistico, che ha generato e genera inquinamento ambientale non risparmiando nulla, né aria, né acqua, né suolo, con ricadute pesanti, troppo pesanti per la salute dei suoi cittadini e degli stessi lavoratori.

L’insediamento di una sezione del PCI nel quartiere popolare del Borgo, non distante dalla mitica sez. “Lenin” del P.C.I., con la sua cellula di fabbrica, attiva e operosa, e addirittura con alcuni dei protagonisti di quegli anni, diventa significativo e importante.

La sezione è intitolata emblematicamente a due figure del movimento operaio e comunista jonico: Nino D’IPPOLITO e Nicola LA TANZA, un intellettuale e un operaio, un dirigente storico del partito e un lavoratore attivo in fabbrica e nel territorio.

Il nome di Nino D’Ippolito diventa importante per i comunisti di terra jonica nell’immediato dopoguerra: direttore di un giornale, Unità proletaria, inteso da subito come strumento di battaglia politica e culturale di una città che aveva conservato attive cellule clandestine di resistenza antifascista nell’Arsenale marittimo e nei cantieri navali. Poi segretario di federazione, consigliere provinciale e comunale, infine parlamentare, eletto consecutivamente nel 1963 e nel 1968. Un “intellettuale organico”- “rivoluzionario di professione”, un quadro dirigente, un punto di riferimento.

Nicola La Tanza vive invece, sulla sua pelle, le contraddizioni sociali della città-fabbrica-territorio. Abitante nel quartiere Tamburi, martirizzato dal gigantesco moloch degli altoforni e dalle siviere lì, accanto alle abitazioni, è militante comunista in fabbrica, nel sindacato e in sezione. Instancabile nelle attività per la rinascita del quartiere, dove si fa conoscere e stimare: perché la lotta è di classe, e chi paga per primi sono proprio i lavoratori. E infatti Nicola, in quella fabbrica, contrae un male senza scampo e lascia a noi il compito di continuare la sua lotta e il suo impegno.

Alla presenza di numerosissime compagne e compagni e del familiari dei due compagni che hanno graziosamente donato libri, documenti e fotografie storiche alla sezione, si è compiuta una scelta immediatamente  identitaria  di  grande valore popolare e culturale, assommata in due figure intellettuali assai note ed indimenticate, assumendo così consapevoli responsabilità etiche e politiche.

Sì è voluto ribadire l’impegno del PCI alla costruzione della necessaria ed immediata ricomposizione di classe dei lavoratori, indispensabile per schierare la città di Taranto tutta a difesa di se stessa, contro le minacciate ulteriori vessazioni e nell’esercizio dei diritti costituzionali ed universali del lavoro, nel riconferimento della salubrità ai luoghi di esistenza e convivenza, nell’accrescimento della istruzione e della conoscenza quali strumenti di emancipazione culturale e materiale di un intero popolo.

Taranto, 27 maggio 2017

 

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