DELEGAZIONI INTERNAZIONALI AL I° CONGRESSO DEL PCI AD ORVIETO. Gli interventi e i saluti dei partiti comunisti ed internazionalisti: PC di Bulgaria

Intervento di Aleksander Paunov, Segretario Generale del Partito Comunista di Bulgaria (a cura di Fosco Giannini)

Permettetemi di salutare il vostro Congresso a nome del Partito Comunista di Bulgaria, augurandovi buon lavoro. I nostri incontri e lo scambio di opinioni sono già frequenti ed importanti e credo molto utili allo sviluppo del marxismo-leninismo nella fase attuale, all’amicizia tra PCB e PCI e tra i nostri popoli.

Nel programma del nostro Partito è scritto che il fine della nostra lotta è la costruzione del socialismo nel nostro Paese.

L’affermazione e lo sviluppo del socialismo sono la via maestra della storia dell’umanità. Il socialismo non è soltanto una necessità per il progresso umano, ma anche la sua principale forza propulsiva materiale e spirituale. A differenza dalle concezioni utopiche, la teoria del socialismo scientifico si basa sul materialismo storico e si palesa durante lo sviluppo del modo di produzione capitalista come riflesso del conflitto reale tra il carattere sociale della produzione ed il sistema dei rapporti di produzione capitalisti. Così la stessa possibilità del socialismo emerge dalle necessità di sviluppo della società che ha raggiunto lo stadio di formazione economico sociale capitalista, poiché solo allora si evidenziano le condizioni per la promozione, l’affermazione e lo sviluppo del socialismo.

Percorrendo la via del socialismo reale e soffrendo per il crollo del sistema socialista, noi oggi ci scontriamo con i problemi riguardanti la teoria e la prassi della rivoluzione socialista.

Quali sono le prove emergenti della maturazione delle condizioni obbiettive per la transizione al socialismo in grado di creare un terreno fertile per lo sviluppo del fattore soggettivo della rivoluzione socialista?

In primo luogo la gigantesca diffusione della produzione altamente sviluppatasi nelle condizioni del capitalismo monopolistico statale grazie al quale tutti i settori dell’economia nazionale diventano interdipendenti, trasformandosi in anelli della stessa catena dell’ intero sistema economico. Di più, questi legami escono dai confini nazionali integrandosi a livello internazionale. E l’economia diventa una sola, globale. Ma ciò crea sia la possibilità che la necessità di regole e controllo della produzione e la distribuzione del prodotto sociale.

In secondo luogo la maturazione delle condizioni oggettive del socialismo si manifesta nella crescita delle contraddizioni interne alla società capitalista. Prescindendo dai tentativi del capitalismo di risolvere i propri problemi attraverso la programmazione monopolistica statale del sistema produttivo, la conflittualità cresce assieme al suo sviluppo e si creano i presupposti per il ribaltamento della gabbia capitalista.

Ne è esempio la crisi generale del capitalismo mondiale. Perché il capitalismo intrappolatosi nella propria ragnatela crea le basi materiali dalle quali discende la necessità storica della rottura e della sostituzione della forma economico sociale del capitalismo col sistema socialista.

Per la comprensione dei meccanismi di rottura sono di grande importanza le categorie degli “interessi sociali di classe”. Qualunque sia la loro maschera ideologica essi rappresentano in fin dei conti la situazione della classe o di un gruppo sociale nel sistema dei rapporti di produzione. “I rapporti economici di ogni società – scriveva F. Engels -si evidenziano in primo luogo come interessi”. E proprio attraverso gli interessi si realizza il legame tra l’essere sociale di una classe o di un gruppo sociale e lo sviluppo della sua coscienza ed ideologia, con la loro attività sociale e politica. Gli interessi sociali di classe rappresentano una specie di ponte tra l’oggettivo ed il soggettivo, ci danno la chiave di lettura del rapporto tra queste categorie nel processo rivoluzionario di transizione dal capitalismo al socialismo.

Da noi, in Bulgaria, negli anni della pseudo democrazia, registriamo processi che hanno riportato il Paese nelle condizioni del capitalismo più selvaggio. Sono state distrutte le industrie, l’agricoltura, la chimica, la metallurgia – praticamente tutto ciò che era stato costruito negli anni del socialismo. Ciò ha modificato radicalmente la struttura di classe della nostra società. Oggi il popolo bulgaro è tra i più poveri in Europa. A milioni sono emigrati all’estero per sopravvivere. Il capitale è concentrato nelle mani di coloro che hanno rapinato le ricchezze della nazione e degli stranieri. Una massa enorme di popolazione è estremamente povera. Crescono la disoccupazione, il banditismo con sparatorie quotidiane, la prostituzione professionalizzata, è crollato il sistema sanitario assieme a quello scolastico, i pensionati vivono ai limiti della fame, il 70% dei giovani non ha un lavoro. E contemporaneamente, grazie all’ideologia capitalista, aumenta il nazionalismo e si assiste ai primi tentativi di rinascita del fascismo. La lotta di classe si acuisce.

E così sorge la domanda: quali lezioni abbiamo tratto da quel socialismo che un tempo avevamo costruito e cosa proponiamo oggi?

Come raggiungere le masse dei lavoratori, quali sono i loro attuali interessi di classe, come unire ed indirizzare le loro forze affinché siano in grado di scuotersi di dosso il giogo del capitale?

                Nel nostro programma noi abbiamo analizzato il socialismo reale e la sua crisi attuale. Noi siamo i testimoni delle novità per quel che riguarda la teoria e la prassi del movimento comunista internazionale e cerchiamo di darci delle spiegazioni.

                Ci sono delle risposte tipiche. E’ tutta colpa del tradimento di Gorbaciov e dei suoi collaboratori. Il partito comunista si è burocratizzato separandosi dal popolo. E’ pure colpa della sovversione politica attuata per decenni dal campo imperialista. La pianificazione centralizzata dell’economia ha frenato lo  sviluppo. La partitocrazia ha provocato essa stessa la crisi tutelando esclusivamente i propri interessi. Il socialismo si è dimenticato di sviluppare la rivoluzione informatica ed è stata incapace di realizzare la società postindustriale. Ed ogni giorno se ne dicono di nuove.

Noi non possiamo non condividere questi pensieri, ma allo stesso tempo va sottolineato che nessuno di questi, preso singolarmente, o tutti insieme, danno una risposta convincente alla domanda principale: perché è fallito il socialismo reale?

Una risposta obbiettiva è possibile soltanto tornando ai fondamentali del marxismo.

Fridrich Engels ci ha genialmente ammonito: “Lo stato moderno, quale sia la sua forma, è per la sua stessa sostanza una macchina capitalista e lo stato dei capitalisti diventa virtualmente un capitalista collettivo. Più sono le forze produttive che possiede e più pienamente si trasformerà in capitalista collettivo il che gli permetterà di sfruttare una massa enorme di lavoratori che rimangono proletari, che danno il loro lavoro in affitto. I rapporti capitalistici non si distruggono, ma, al contrario, vengono portati al limite supremo. Ed è qui che avviene la rottura. “

E’ proprio ciò che è successo con i nostri Paesi socialisti. Partendo da questa constatazione riteniamo che la via delle future transizioni socialiste devono passare attraverso una reale proprietà sociale sui mezzi di produzione nelle condizioni di una diffusa autogestione.

                Si pone a questo punto il problema di quali debbano da parte nostra essere in questi tempi complessi i metodi di lotta contro il capitale. In primo luogo c’è la necessità dell’unione di tutte le forze di sinistra sia a livello regionale che nazionale ed internazionale. Al capitale unito noi dobbiamo contrapporre un fronte unito delle forze della sinistra. In Bulgaria abbiamo fatto molto in questa direzione, ma non basta. Da noi quasi tutte le forze di sinistra sono unite. Ora si tratta di costituire un fronte unito che sia in grado di lottare efficacemente per gli interessi della classe lavoratrice.

                In secondo luogo va considerato che i cambiamenti della struttura di classe della nostra società anche in conseguenza delle nuove tecnologie hanno creato nuove classi che cercano di realizzare i loro interessi nei vari settori dell’economia nazionale. Come già detto il lavoro fisico svolge un ruolo minore nella produzione. La socializzazione del lavoro cresce e ciò potrà diventare la base per futuri cambiamenti sociali in senso comunista.

Noi dobbiamo inoltre contrapporre alle concezioni globali del capitale la nostra teoria comunista, il marxismo del XXI Secolo, che potrà raggiungere consistenza soltanto attraverso gli sforzi intellettuali dei comunisti di tutto il mondo.

Va riscoperta la dialettica degli attuali processi rivoluzionari conservando i principi leninisti della costruzione del partito affinché nel nostro movimento non risorgano nuovi Khrusciov o Gorbaciov. Al mondo intero dobbiamo spiegare come intendiamo la società moderna per la quale stiamo combattendo.

Noi rivolgiamo quest’appello a tutte le convenzioni di comunisti di tutti i Paesi del mondo.

Il futuro apparterrà alla classe dei lavoratori libera dal giogo capitalista.

Grazie per la vostra attenzione, compagne e compagni!

 

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