Finalmente!

di Giorgio Langella, Responsabile Dipartimento Lavoro PCI
e Dennis Vincent Klapwijk, Responsabile Dipartimento Lavoro FGCI

Dopo la rottura della trattativa tra Federmeccanica e organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto nazionale, e dopo gli scioperi che si sono tenuti spontaneamente in varie fabbriche metalmeccaniche, i maggiori sindacati di categoria (Fiom – Fim – Uilm) hanno indetto uno sciopero nazionale di 6 ore (4 di astensione dal lavoro il 5 novembre e 2 di assemblea).

Finalmente un cenno di lotta del quale non possiamo che rallegrarci.
Finalmente le maggiori organizzazioni sindacali italiane alzano la testa di
fronte alla protervia e all’arroganza padronale che vorrebbe continuare a far pagare la crisi a chi lavora. L’aumento salariale legato all’inflazione proposto da Federmeccanica comporterebbe un aumento lordo assolutamente ridicolo (si calcolano 40 euro lordi) che non serve a raggiungere una retribuzione sufficiente a condurre una vita dignitosa. Retribuzioni che in questi ultimi decenni sono, di fatto, diminuite in maniera da gettare tantissimi lavoratori e le loro famiglie nella povertà.

E questo di fronte a profitti sempre maggiori e a una disuguaglianza insopportabile e insostenibile tra la crescente ricchezza di
pochi e la povertà di tanti.
La proposta di Federmeccanica, che è un vero e proprio insulto per chiunque viva del proprio lavoro, si inquadra nell’attacco portato da Confindustria al diritto costituzionale di avere un lavoro garantito, sicuro e giustamente retribuito. Attacco che mira alla cancellazione del contratto nazionale, alla totale precarizzazione del lavoro, al separare le retribuzioni dall’orario di lavoro ripristinando, di fatto, il cottimo (questo e non altro è il “contratto rivoluzionario” citato dal presidente di Confindustria Bonomi nei suoi recenti interventi pubblici).

Noi pensiamo che 4 ore di sciopero effettivo debbano essere solo un primo
momento del conflitto necessario al fine di ottenere qualcosa di concreto per chi vive del proprio lavoro. Altrimenti resteranno solo un “esercizio di stile”.

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