FINO A QUANDO? Fermare la mattanza delle morti sul lavoro. Se in Toscana ancora si muore per portare il pane a casa.

di Segreteria Regionale del PCI della Toscana

L’ennesimo, drammatico incidente sul lavoro avvenuto presso le cave di marmo di Carrara è costato la vita ad un lavoratore di 58 anni. E’ solo l’ultimo episodio di quello che ormai è divenuto uno stillicidio quasi quotidiano. La Segreteria Regionale del Partito Comunista Italiano nell’esprimere la propria solidarietà politica e la propria umana vicinanza ai familiari ed ai compagni di lavoro intende sottolineare come questi lutti, queste tragedie siano il frutto amaro e incivile, di scelte politiche operate negli ultimi anni sia dal Governo centrale che -purtroppo- da quello regionale. L’attacco al welfare, ai diritti e alle tutele dei lavoratori continua a rimettere tragicamente il conto. L’abbassamento dei livelli di sicurezza e dei necessari investimenti in questa direzione, cammina di pari passo alla precarizzazione di un lavoro che progressivamente torna ad essere servile e a condizioni di vita sempre peggiori nei luoghi di produzione e lavoro. Atti politici e scelte amministrative compiuti nel segno del risparmio e dell’adesione più sorda e bieca alle leggi del profitto e del mercato, hanno sciaguratamente ridotto o eliminato livello essenziali di controllo, di prevenzione e tutela della salute e della vita dei lavoratori.

I comunisti della Toscana mentre rendono omaggio al lavoratore di Carrara richiamano il Presidente della Regione Rossi alle proprie responsabilità civili e politiche. La nostra Regione da anni vive un pericoloso e costante abbassamento dei livelli di attenzione e prevenzione. Ora basta! Si può evitare di vedere la realtà, ci si può perdere trai fasti e i lazzi della Fiera Nautica di Viareggio senza voler comprendere e denunciare ciò che tutti sanno essere la vita dei lavoratori che quelle splendide imbarcazioni costruiscono… ma poi la crudeltà dei fatti inchioda i responsabili alla propria vergogna! Avete ridotto gli uomini e la loro stessa esistenza a pura merce, negate diritti e sicurezza, piegate le loro vite al profitto di pochi! Non ci stiamo!

Il PCI continuerà a denunciare uno stato delle cose insostenibile sapendo che non basta un ordine del giorno per cambiare la realtà. Serve appunto una svolta nella politica sociale ed economica. Serve che i lavoratori tornino a contare nella vita democratica. Serve una nuova stagione di lotte per riaprire la partita sul futuro del Paese. I comunisti sono e saranno a fianco delle battaglie della classe operaia e di tutti i lavoratori per un futuro più giusto, per un lavoro più sicuro e migliore. (12 maggio 2018)

 

 

 

 

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