Friuli Venezia Giulia: Dichiarazione in merito alle stelle rosse al corteo del Primo maggio a Trieste

di Stojan Spetic, segretario regonale del PCI del Friuli Venezia Giulia

Era da aspettarselo che l’insulsa mozione approvata dalle destre al Comune di Trieste, astenuti PD e M5S, avrebbe provocato una reazione da parte di molti triestini, italiani e sloveni, che ricordano i momenti della liberazione della città dall’incubo dell’occupazione nazista spegnendo anche i fumi della Risiera. Non solo gli insorti del CLN, ai cui caduti manca ancora un monumento nel centro cittadino, ma in primo luogo alle migliaia di armati di Unità operaia, lavoratori delle fabbriche triestine, dei cantieri e del porto che contribuirono in maniera importante alla cacciata dei tedeschi da parte delle truppe partigiane jugoslave ed alla loro resa anche ai loro alleati neozelandesi.

Le bandiere della Resistenza erano sempre presenti ai cortei del Primo maggio assieme alle bandiere rosse del lavoro e quelle dei vari movimenti di liberazione, essendo la giornata internazionale del lavoro anche permeata dal sentimento di solidarietà con i popoli che lottano per la loro libertà.

Fa specie pertanto che esponenti del PD come Serracchiani, Cosolini, Russo stigmatizzino il tutto come “atti divisivi” dimenticando quanto di divisivo vi sia stato nella politica dei loro governi nei confronti dei diritti dei lavoratori. Il PD cerca di ricollocarsi più vicino al centro destra cedendo ancora sui valori fondanti dell’antifascismo che in queste terre vide la collaborazione attiva dei partigiani sloveni, croati, italiani e friulani.

Così come suscita preoccupazione la posizione dei sindacati confederali, CGIL in testa, che considerano tali simboli come estranei e contrari ai loro valori, rinnegando così il legame storico con gli insorti dell’aprile-maggio 45. Come fa la CGIL a dimenticare i propri dirigenti partigiani, come Arturo Calabria, comandante garibaldino in Jugoslavia? E tanti altri ancora.

Sarebbe stato meglio se il sindacato si fosse occupato veramente di contrastare il Job’s Act e la demolizione dello Statuto dei lavoratori.

Per concludere una proposta seria per il superamento di inutili polemiche. Si pubblichi al fine la relazione congiunta degli storici italiani e sloveni in merito alle vicende delle nostre terre di confine, confinata da troppo tempo nei cassetti governativi, la si distribuisca nelle scuole, la si discuta in varie sedi, affinchè venga posta fine alle speculazioni ed alle manipolazioni della storia che continuano a fare del male a Trieste ed alla nostra Regione.

 

 

 

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