GLI STATI UNITI D’AMERICA CONTRO LA LIBERTA’ DELLE DONNE E CONTRO L’ABORTO.

A cura di Maria Carla Baroni – Responsabile politiche di genere e politiche del welfare


Gli Stati Uniti d’America, il Paese sedicente paladino della libertà, ha mostrato per l’ennesima volta il
suo vero volto: quello della violenza. Dopo guerre, colpi di Stato, sanzioni economiche contro popoli in
varie parti del pianeta, dopo le violenze tuttora operanti contro i nativi americani, la popolazione nera, i e
le migranti dal Centroamerica e dal Messico, questa volta ha dimostrato il suo vero volto contro tutte le
donne statunitensi e soprattutto contro quelle dei ceti poveri, che coincidono in larga parte con le
afroamericane e con le ispaniche, le quali per abortire non potranno permettersi di recarsi nei pochi Stati
in cui l’aborto sarà ancora consentito.
La Corte Suprema ha abolito infatti la storica sentenza Roe versus Wade con cui la stessa Corte – nel
1973 – aveva legalizzato l’aborto negli USA, mettendo fine alle garanzie costituzionali in vigore da quasi
cinquanta anni e confermando la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo
quindici settimane: ora i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. In 26 Stati su 50
scatteranno leggi restrittive e in altri 13 dovrebbe entrare in vigore entro trenta giorni il divieto di aborto
eccetto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo.
Come donne e uomini del Partito Comunista Italiano siamo a fianco delle donne statunitensi che lottano
per il diritto di autodeterminazione riguardo al proprio corpo, alla propria sessualità e alla propria
maternità, che deve essere una libera scelta per tutte e non un destino imposto, né frutto di una violenza
da parte di un sistema capitalistico/patriarcale/sessista.
Nello stesso modo siamo a fianco delle donne polacche che lottano per la stessa libertà di scelta e anche
in Italia contrastiamo i continui attacchi della destra più reazionaria e del Vaticano contro la legge
194/1978 e il progressivo depotenziamento e la stessa chiusura dei consultori pubblici.

3 Comments

  1. MASSIMO

    Per fortuna che non tutte le donne ammazzano i propri figli, ma se fosse stato per voi e per le vostre idee io non sarei mai nato.
    I figli si possono sempre dare in adozione, ci sono tante coppie che li vorrebbero.

  2. Luigi

    La vita non si tocca. Neppure se e’ frutto di violenza. Lottiamo per un mondo giusto dove se non esistesse violenza non dovrebbe esistere neppure una legge simile alla194/1978.
    Mi dispiace, avrei votato volentieri PCI. Ma non posso stare dalla parte degli assassini. Per il resto condivido il 90% del vostro manifesto.

  3. Ezio

    Uno spermatozoo è vivo e può essere considerato come una mezza speranza di vita intera.
    Basta andare su Wikipedia e cercare sperma per venire a sapere che noi maschietti ad ogni eiaculazione emettiamo, in media, circa duecento milioni di spermatozoi.
    Il range va da un minimo di circa venti milioni (ma allora si parla di infertilità) a un massimo di circa un miliardo e duecento milioni.
    Uno solo di questi spermatozoi può arrivare alla fecondazione dell’ovulo, per tutti gli altri ci sarà uno sterminio apocalittico. Del resto anche all’ovulo non fecondato aspetta una naturale eliminazione
    Eliminazioni per le quali nessuno si è mai stracciato le vesti!
    Comunque da spermatozoi e ovuli vi saranno altre trasformazioni prima di arrivare ad un bambino completamente formato.
    E per completamente formato io intendo con la coscienza di esistere ed interagire.
    L’aborto rimane comunque una tragedia, ma sull’autorità dei padri in merito a questa tragedia la mia opinione è che mia madre, in qualsiasi momento, avrebbe potuto dirmi: “Io ho rischiato la pelle per metterti al mondo.”
    Io ai miei figli posso solamente dire: “Io mi sono divertito per mettervi al mondo.”
    E’ vero che al mio parto c’ero anch’io a rischiare, ma le mamme oltre ad aver rischiato con il loro parto rischiano anche con il parto degli altri.
    La mia idea è che quando c’è stato il referendum sull’aborto il voto delle mamme avrebbe dovuto valere un mezzo punto in più.
    Anche se rimane una fantasia, ora per allora accetterei l’idea del mio aborto se questo fosse servito ad evitare sofferenze fisiche o psichiche a mia madre.
    Dobbiamo alle donne incinte (specialmente noi maschi che non ci capiterà mai questo evento) la possibilità di scelta chiamata “aborto”.

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