I comunisti russi sulla lotta al Covid19

di Stojan Spetic, Comitato Centrale PCI e Dipartimento Esteri

L’epidemia da coronavirus ha colpito l’enorme territorio russo con lieve ritardo al resto d’Europa e si è abbattuta principalmente sulle grandi città, a partire da Mosca. Sin dai primi giorni le autorità avevano consigliato alle persone anziane di lasciare le metropoli e di recarsi nelle case di campagna per passarvi il periodo di autoisolamento mentre in città si preparavano ad attuare il blocco di tutti i movimenti ed attività non essenziali.

In ciò sono stati aiutati da equipe di medici specialisti cinesi giunti immediatamente sul posto per condividere le proprie esperienze nella battaglia per arginare l’epidemia Covid19.

Nelle città russe i movimenti delle persone sono limitate e controllate tramite certificati elettronici immediatamente verificabili. I controlli però non vengono effettuati dalla polizia, ma dalla protezione civile e dalle forze locali.

Il blocco delle attività economiche ha avuto immediatamente come conseguenza licenziamenti e disoccupazione di massa. Nella capitale i nuovi disoccupati sono più di un milione. Putin ha già minacciato i datori di lavoro che non avranno nessun aiuto dallo Stato se continueranno a licenziare i propri lavoratori. Ma non basta.

A far sentire la propria voce sono stati i comunisti. Il presidium del PCFR ed il gruppo parlamentare comunista alla Duma di stato, forti del accordo con i compagni cinesi, hanno posto al Governo russo presieduto da Mihail Mishustin dieci proposte che riguardano sia la battaglia per controllare e bloccare la pandemia, che il futuro prossimo denso di incognite e pericolose derive sociali.  Il PCFR ribadisce il valore del sistema sovietico che, lungo tutta la sua storia, ha impedito il propagarsi di epidemie di vario genere garantendo la salute dei suoi cittadini come valore primario.

I comunisti ritengono che ci si sta avviando verso una crisi economica mondiale alla quale la Russia potrà far fronte soltando avendo il coraggio di nazionalizzare i settori strategici della produzione.

I medici ed il personale sanitario che si stanno prodigando nella lotta per la salute e la vita dei cittadini vanno sostenuti e lo Stato deve attuare un programma di azione per rinnovare gli Istituti di medicina che ne garantiscono la formazione.

Lo Stato aiuti finanziariamente tutti coloro che a causa della quarantena hanno visti ridotti di un terzo i propri redditi e tutti coloro che il lavoro lo hanno perso pagandogli il corrispettivo del salario minimo. Allo stesso tempo i cittadini vanno aiutati a pagare gli affitti e le altre spese per servizi comunali e di altro genere con contributi perequativi.

Il PCFR esige dal Governo che si congelino i prezzi del carburante per il riscaldamento. Va garantita l’autosufficienza alimentare sostenendo decisamente il settore agricolo con piani territoriali e la produzione dei beni di prima necessità aiutando le piccole e medie imprese.

Va elaborato un piano di interventi specifici che consentano il superamento del gap tecnologico della Russia modificando l’approccio nei confronti della ricerca scientifica e degli studi universitari con la realizzazione di una nuova strategia in questo campo.

Il Governo garantisca il controllo sull’editoria libraria e nel campo dell’informazione.

Il PCFR ritiene necessario diminuire la portata della quarantena nelle regioni periferiche rinnovando però le capacità di mobilitazione del sistema di protezione civile affinché i lavoratori siano dotati di tutti gli strumenti di protezione sanitaria necessari.

La realizzazione delle proposte dei comunisti consentiranno alla Russia di affrontare questa ed altre sfide.

Il deputato comunista Sergej Gavrilov presiede il gruppo interparlamentare Russia-Cina ed ha accolto con gioia l’arrivo di specialisti cinesi che condividono con quelli russi le proprie esperienze nella lotta al Covid19. La Cina ha anche inviato 23 tonnellate di materiale sanitario.

In questo senso Gavrilov ha proposto la creazione di una “zona franca di cooperazione medica” tra Russia e Cina con lo scopo di continuare la battaglia contro ogni forma di pericoloso contagio.

A questo fine sono utili sia i rapporti tra i due stati ed i loro governi che la collaborazione tra i due partiti comunisti.

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