I francesi non vogliono la politica del governo né nella loro città né nel loro paese.

Traduzione di Lorenzo Battisti, Dipartimento Esteri PCI

A fine giugno si sono tenute le elezioni amministrative francesi, di cui parliamo in un altro articolo.
Riteniamo importante tradurre, a favore dei militanti italiani, questa dichiarazione del Segretario del Partito Comunista Francese, Fabien Roussel.

Il secondo turno delle elezioni comunali si è svolto in un contesto totalmente nuovo. Una svolta è stata imboccata verso una maggiore giustizia sociale e verso maggiore ecologia.
E anche se l’astensione ha raggiunto un livello record, il segnale inviato al Presidente della Repubblica e alla sua maggioranza è chiaro: gli uomini e le donne francesi non vogliono le sue politiche nella loro città o nel paese! È un pesante fallimento per tutti coloro che speravano di conquistare nuove città con l’etichetta En Marche.

E questo voto dimostra che dove le forze di sinistra e ambientaliste si sono unite ai cittadini per mettere le politiche sociali di solidarietà ed ecologiche al centro delle loro città, hanno vinto.
In tutte queste città, il Partito comunista francese è stato un attore di queste vittorie e parteciperà a queste nuove maggioranze, a Marsiglia, Lione, Bordeaux, Strasburgo, Poitiers, Nancy.

Con i 233 sindaci eletti al primo turno e quelli eletti al secondo turno, il PCF rimane una forza importante in Francia.
Questi saranno punti di sostegno fondamentali per la difesa del clima con l’accesso a mezzi di trasporto pubblico più economici o addirittura gratuiti, per l’accesso ad alloggi di qualità, per il contenimento dei prezzi degli affitti, per l’accesso ai centri sanitari comunali. Saranno al servizio della difesa del lavoro, dello sviluppo dei servizi pubblici, della creazione di mense biologiche e della promozione dell’accesso alla cultura e allo sport per tutti.
Questa elezione è stata anche l’occasione per esprimere le preoccupazioni e la rabbia dei nostri concittadini di fronte a questa crisi, ma anche le loro speranze di cambiamento.

E abbiamo sentito durante questa campagna molte testimonianze di lavoratori arrabbiati contro gli iniqui piani sociali e puramente finanziari. E siamo completamente al fianco dei lavoratori di Renault, GE Electric, Luxfer, degli addetti alle pulizie, a quelli della società ONET, dei lavoratori dell’aeronautica, dei dipendenti di Air France, degli insegnanti, degli assistenti, dei collaboratori a domicilio, del mondo della cultura e delle arti che oggi soffrono.

Abbiamo anche sentito le preoccupazioni delle famiglie che lottano per sbarcare il lunario: mentre il governo non vuole ripristinare la patrimoniale, né tassare i dividendi e il capitale, noi partecipiamo alla
solidarietà con i più vulnerabili di fronte alla crescente povertà.
Abbiamo sostenuto le numerose PMI e piccole imprese abbandonate dalle loro banche e dalle ricche compagnie di assicurazione come Creso.

Sì, è il mondo del lavoro che sta pagando per questa crisi; sono i piccoli che rimangono i più esposti alla pandemia. Ma il capitale, la finanza, i più ricchi, mantengono il loro stile di vita e i loro privilegi.

Questa ingiustizia e queste disuguaglianze non sono più accettabili.
Ecco perché gli ottimi risultati delle forze di sinistra e degli ambientalisti come quelli del PCF sono importanti nel contesto di queste elezioni.
Già al primo turno, i candidati del nostro partito alla testa delle liste di sinistra, ecologiste e civiche, avevano già registrato molti successi: 233 comuni con più di 1.000 abitanti hanno scelto un sindaco comunista, di cui 100 comuni con più di 3.500 abitanti.

Tra questi, Montreuil, 108.000 abitanti, dove Patrice Bessac e la sua lista sono stati ampiamente acclamati dai suoi abitanti. Con 5 città perse e 10 città vinte, il Partito Comunista si è così rafforzato su tutto il territorio nazionale, in termini di numero di sindaci e di amministratori locali eletti al primo turno.
Per questo secondo turno, i comunisti hanno condotto le liste di unione in 109 comuni, 40 dei quali erano in uscita.

Nelle città con più di 10.000 abitanti, registriamo alcune conquiste come Bobigny, Villejuif, Noisy-le-Sec, Tergnier…

Vorrei anche salutare la vittoria della mia collega Huguette Bello a Saint-Paul-de-la-Réunion, una città di oltre 100.000 abitanti.
D’altra parte, nessuna vittoria a Le Havre nonostante la bella campagna di Jean-Paul Lecoq, alla testa di una lista civica.
Durante queste elezioni, avevamo una sola bussola: dove c’erano molte alleanze tra la Destra e La République en Marche, il PCF si è concentrato in gran parte sulla mobilitazione delle forze di sinistra e ambientaliste, per evitare che la Destra si impadronisse di nuovi comuni e per far sì che venissero elette nuove maggioranze progressiste, soprattutto nelle grandi città.

Siamo stati quindi molto attivi in molte liste di sinistra e ambientaliste. Il PCF ha così contribuito al successo in molte città, come Lione, Bordeaux, Marsiglia.
Da domani, i rappresentanti eletti comunisti saranno mobilitati a fianco di tutti i lavoratori che si trovano ad affrontare una cascata di chiusure di aziende o di piani sociali, accanto a coloro che lavorano per riconquistare i servizi pubblici e un’industria adeguata alle esigenze della società e alla sfida ecologica.

Infine, il nostro popolo potrà contare su tutte queste donne e uomini per opporsi alle politiche di Emmanuel Macron e del suo Primo Ministro, per promuovere politiche che rispondano alle emergenze sociali e climatiche. La riforma delle pensioni e la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione devono essere abbandonate.

Sì, questa elezione è un primo colpo elettorale per il partito del Presidente.
Ora ci aspettano grandi battaglie. Andiamo a conquistare altre vittorie nelle prossime settimane, con i lavoratori, i giovani, i pensionati che soffrono tanto per le politiche attuali.

Più che mai, uniamoci per vincere per l’essere umano e per il pianeta!

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