IL NATALE E I SACRIFICI UMANI/ APERITIVO DI SANGUE

di Lamberto Lombardi, Comitato Centrale PCI

In quanto a prevedibilità le epidemie sono come i terremoti: non si sa quando arriveranno ma si sa che prima o poi colpiranno. Delle epidemie si sa anche qualcosa di più: sono sempre zoonosi, ovvero malattie trasmesse dagli animali all’uomo. E’ così da decine di migliaia di anni e assumere il dato come acquisito ci aiuterebbe non poco, quantomeno a non fare brutta figura davanti ai nostri nonni che, senza esperti a disposizione, queste cose già le sapevano.

Ci aiuterebbe, inoltre e per esempio, a ridurre il dibattito sulle responsabilità a due sole variabili: prevedere e organizzarsi come la Cina oppure non prevedere e fare come il mondo ‘libero’. Perché il resto sono chiacchiere.

E sarà forse per la nostra irrefrenabile passione per le chiacchiere, per il nostro insano desiderio di girarci in torno senza concludere niente, che l’unico sondaggio che non abbiamo avuto il bene di vedere effettuato nel 2020 è quello che propone la scelta tra i due modelli di organizzazione sociale che hanno dato risultati contrapposti in termini sanitari.

Sarebbe un sondaggio interessante dall’esito tutt’altro che scontato, che ci consentirebbe di chiarirci su alcuni punti segreti, alcuni nodi dolorosi o, come direbbe qualcuno, sulle nostre verità inconfessabili.

Abbiamo patito la perdita di decine di migliaia di nostri concittadini, tra operatori sanitari, parenti anziani e meno anziani, eppure il dibattito si articola ancora sull’imposizione delle restrizioni. Preferiamo fare Natale in montagna col panettone, gli sci, salvando il settore economico del turismo invernale ma con diversi parenti in rianimazione o restare sani tutti quanti e accettare le limitazioni?

Sembra proprio che il martellamento mediatico stia orientando le coscienze verso la prima opzione.

Non che per noi sia una novità, tanti infatti sono i momenti, come questo, in cui veniamo orientati  verso l’indicibile: preferite la sicurezza sui luoghi di lavoro ma con tanti poveri imprenditori che così dovranno chiudere per le insostenibile spese sulla sicurezza e quindi tanti operai licenziati oppure duemila morti l’anno? Preferite la pace universale con migliaia di aziende delle armi che chiuderanno oppure che liberamente si costruiscano bombe atomiche? Preferite milioni di lavoratori in nero o milioni di disoccupati? Preferite per i vostri figli il miraggio di un mestiere favoloso che raggiungeranno in pochi esuli per il mondo o la certezza di un lavoro dignitoso che con ogni probabilità potrebbe non essere quello agognato? 

Preferite una vita dignitosa per tutti, meno brillante meno ricca oppure una ricca e brillante solo per qualcuno mentre la miseria delle moltitudini resta un prezzo da pagare?  Preferite che la benzina costi poco al costo delle vite di milioni di bambini iracheni oppure che aumenti di 50 centesimi al litro?

Questi sondaggi mancanti perchè mai realizzati sono rilevanti per tre ordini di motivi:

a) perchè col ‘non detto’, esprimono la vergogna per un contenuto osceno che viene rimosso. Ed è assai indicativo se si pensa che esibiamo la libertà di parola, la profondità della cultura e la spregiudicatezza dialettica delle società avanzate. Se si pensa, cioè, che crediamo di dirci tutto, ma proprio tutto. Ebbene, non è così,

b) perchè questi sondaggi mancanti si stanno silenziosamente moltiplicando e con essi le questioni che non vogliamo/possiamo affrontare, che non possiamo dire. Si stanno predisponendo degli automatismi consecutivi che diventa sempre più difficile correggere. Questi ‘non detti’ ormai occupano una parte rilevante della nostra vita, ed è un fatto nuovo, che ai nostri padri era ignoto, almeno in queste dimensioni.

E se domani le condizioni fossero più drammatiche di queste? Se  il percorso della nostra civiltà ci portasse di fronte a scelte ancora più nodali saremo in grado di tornare indietro dopo decenni che si è vissuti nella finzione? Il nostro sistema è riformabile? Non è un caso che da molto tempo ogni intervento ‘nostro’ sullo scenario internazionale implichi sempre maggiori sacrifici in vite umane e sempre meno acquisizioni che riconoscano in sé il crisma della progressività, che abbiano lontanamente la parvenza di un passo avanti nella civiltà. La strada intrapresa dei sacrifici umani è senza ritorno. c) Il  ‘non detto’ di cui cerchiamo un significato riguarda sempre e comunque uno scambio presentato come nobile e inevitabile: tra la vita umana e dei valori qualificanti come la democrazia, la libertà. Ma questo scambio non ha senso, perchè per essere libero devo contemplare dei costi correnti in vite umane? E su questa strada, per di più, e non casualmente, democrazia e libertà si scoprono restringersi e ridursi, giorno per giorno, a un semplice reddito, all’occupazione, alla mera sopravvivenza in serenità, e la serenità ad un aperitivo con gli amici, ad una cena di Natale, e anche queste poi vengono meno e che fare allora? Ba’al, ‘il signore della peste’, l’antica divinità fenicia assetata di sacrifici umani,  non si fermerà certo nelle sue pretese, non si placherà davanti a niente. Questi altari vanno abbattuti e cacciati i sacerdoti.  Cominciamo col porci le domande giuste, le risposte arriveranno. Buon Natale.

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