IL PCI DICE NO AI SOLDATI ITALIANI IN LETTONIA !

di Fosco Giannini, segreteria nazionale PCI; responsabile dipartimento esteri

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Il Partito Comunista Italiano (PCI) esprime la sua massima e determinata contrarietà, assieme ad una grande preoccupazione, per la decisione assunta in queste ore dal Ministro della Difesa del governo italiano, Roberta Pinotti, di inviare un contingente italiano (tra i 150 e i 200 uomini, le prime notizie) in Lettonia , vicino al confine della Russia. Tale decisione viene, non casualmente, a cadere nel bel mezzo di una crisi, tra USA e RUSSIA, così profonda da non escludere una guerra; una guerra, peraltro, già progettata sul campo e ritenuta per nulla inverosimile dagli USA e dalla NATO e contemplata dalla candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton, e dal suo entourage “democratico”.

La stessa conferenza stampa che il Ministro degli Esteri del governo italiano, Paolo Gentiloni ( conferenza stampa significativamente tenuta assieme al segretario generale della NATO, Stoltenberg), aumenta ancor più le preoccupazioni. Gentiloni, confermando la scelta del Ministero della Difesa di inviare soldati italiani sul fronte lettone e accettando supinamente i voleri della NATO, si è esercitato in una argomentazione tanto surreale quanto inquietante, affermando che “la scelta di inviare soldati italiani  sul fronte lettone non è una politica di aggressione verso Mosca, ma una politica di rassicurazione dei nostri confini come alleanza atlantica”. Concludendo – tra il consenso esplicito di Stoltenberg – “ che le decisioni del governo italiano  non influiscono nella linea di condotta che  l’Italia condivide con la NATO”. E come potrebbero, tali decisioni, influire sulla linea di condotta che l’Italia condivide con la NATO, se queste decisioni sono quelle che la NATO ha imposto al governo Renzi?

La scelta del governo italiano di aderire – inviando propri soldati – al progetto di attacco bellico degli USA e della NATO contro la Russia, prende perniciosamente corpo proprio nel momento in cui si acutizza l’intervento militare di Kiev e di Washington nel Donbass e in Crimea; mentre cresce il progetto USA e NATO di un intervento militare in Siria contro Assad e Mosca e a favore dell’ “esercito siriano della libertà” , esercito filo imperialista,costruito dagli stessi USA per far cadere Assad e che a lungo ha combattuto a fianco del Califfato; e mentre il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito degli USA, Mark Milley, va affermando chiaramente, in questi giorni e in modo assolutamente sinistro, che “ gli USA difenderanno il loro stile di vita anche a costo di un attacco militare contro la Russia, la Cina, l’Iran e la Corea del Nord”.

L’attacco militare USA e NATO contro la Russia non è, in questo contesto, solo una paura o un allarme del movimento per la pace: esso è un pericolo concreto, poiché insito nella stessa concezione della fase mondiale  che esprime l’imperialismo USA e i suoi maggiori rappresentanti politici, tra i quali la stessa Hillary Clinton, futuro presidente degli Stati Uniti.

Il pericolo di guerra è concreto e vicino: che le forze della pace, della sinistra, della democrazia alzino la testa, prima  che sia troppo tardi!

 

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