In Ucraina vivaio Nato di neonazisti

di Manlio Dinucci, pubblicato su il manifesto del 23 luglio 2019


Proseguono le indagini sui moderni arsenali scoperti in Piemonte, Lombardia e Toscana, di chiara matrice neonazista come dimostrano le croci uncinate e le citazioni di Hitler trovate insieme alle armi. 

Resta perĂ² senza risposta la domanda: si tratta di qualche nostalgico del nazismo, collezionista di armi, oppure siamo di fronte a qualcosa di ben piĂ¹ pericoloso? Gli inquirenti –  riferisce il Corriere della Sera  – hanno indagato su «estremisti di destra vicini al battaglione Azov», ma non hanno scoperto  «nulla di utile». 


Eppure vi sono da anni ampie e documentate prove sul ruolo di questa e altre formazioni armate ucraine, composte da neonazisti addestrati e impiegati nel putsch di piazza Maidan nel 2014 sotto regia Usa/Nato e nell’attacco ai russi di Ucraina nel Donbass. 

Va chiarito anzitutto che l’Azov non è piĂ¹ un battaglione (come lo definisce il Corriere) di tipo paramilitare, ma è stato trasformato in reggimento, ossia in unitĂ  militare regolare di livello superiore. 

Il battaglione Azov venne fondato nel maggio 2014 da Andriy Biletsky, noto come il «FĂ¼hrer bianco» in quanto sostenitore della «purezza razziale della nazione ucraina, impedendo che i suoi geni si mischino con quelli di razze inferiori», svolgendo così «la sua missione storica di guida della Razza Bianca globale nella sua crociata finale per la sopravvivenza». 

Per il battaglione Azov Biletsky reclutĂ² militanti neonazisti giĂ  sotto il suo comando quale capo delle operazioni speciali di Pravy Sektor. L’Azov si distinse subito per la sua ferocia negli attacchi alle popolazioni russe di Ucraina, in particolare a Mariupol. 

Nell’ottobre 2014 il battaglione fu inquadrato nella Guardia nazionale, dipendente dal Ministero degli interni, e Biletsky fu promosso a colonnello e insignito dell’«Ordine per il coraggio». 

Ritirato dal Donbass, l’Azov è stato trasformato in reggimento di forze speciali, dotato dei carrarmati e dell’artiglieria  della 30a Brigata meccanizzata. 

CiĂ² che ha conservato in tale trasformazione è l’emblema, ricalcato da quello delle SS Das Reich, e la formazione ideologica delle reclute modellata su quella nazista. 

Quale unitĂ  della Guardia nazionale, il reggimento Azov è stato addestrato da istruttori Usa e da altri della Nato. «Nell’ottobre 2018 – si legge in un testo ufficiale  – rappresentanti dei Carabinieri italiani hanno visitato la Guardia nazionale ucraina per discutere l’espansione della cooperazione in differenti direzioni e firmare un accordo sulla cooperazione bilaterale tra le istituzioni». 

Nel febbraio 2019 il reggimento Azov è stato dislocato in prima linea nel Donbass. 

L’Azov è non solo una unitĂ  militare, ma un movimento ideologico e politico. Biletsky – che  ha creato nell’ottobre 2016 un proprio partito, «Corpo nazionale» – resta il capo carismatico in particolare per l’organizzazione giovanile che viene educata, col suo libro «Le parole del FĂ¼hrer bianco», all’odio contro i russi e addestrata militarmente. 

Contemporaneamente, Azov, Pravy Sektor e altre organizzazioni ucraine reclutano neonazisti da tutta Europa (Italia compresa) e dagli Usa. Dopo essere stati addestrati e messi alla prova in azioni militari contro i russi del Donbass, vengono fatti rientrare nei loro paesi, mantenendo evidentemente legami con i centri di reclutamento e addestramento. 

CiĂ² avviene in Ucraina, paese partner della Nato, di fatto giĂ  suo membro, sotto stretto comando Usa. Si capisce quindi perchĂ© l‘inchiesta sugli arsenali neonazisti in Italia non potrĂ  andare fino in fondo. Si capisce anche perchĂ© coloro che si riempono la bocca di antifascismo restano muti di fronte al rinascente nazismo nel cuore dell’Europa.

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