JABIL DI MARCIANISE: INTERROTTO IMPROVVISAMENTE E UNILATERALMENTE IL TAVOLO DELLE TRATTATIVE.

LA MULTINAZIONALE AMERICANA CONFERMA I 190 LICENZIAMENTI

di PCI Campania

Sembrava che, per effetto della pressione dei lavoratori e dei sindacati e con la mediazione governativa, la gravissima vicenda dei 190 licenziamenti alla Jabil di Marcianise stesse per concludersi positivamente con il ritiro della decisione aziendale. Poi, nella tarda serata di ieri 25 maggio, i rappresentanti della multinazionale americana hanno rifiutato il confronto ed hanno bruscamente interrotto le trattative.

Un comportamento incomprensibile ed inammissibile che è stato oggetto di dure e fondate critiche non soltanto da parte delle forze sindacali, ma anche da parte del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo che, al tavolo e in pubbliche dichiarazioni, aveva più volte ribadito la radicale nullità dei licenziamenti decisi dall’azienda, provvedimento adottato in totale difformità rispetto a quanto prescritto dalle misure straordinarie assunte dal governo per dare risposte alla crisi provocata dall’emergenza Coronavirus.

Vi è quindi molta incertezza sul futuro dei 190 lavoratori e delle loro famiglie, un’incertezza che purtroppo riguarda tante realtà produttive della regione Campania e migliaia di operai, che vedono minacciato
continuamente il loro diritto al lavoro e a condizioni dignitose di vita.

Da tempo il Partito Comunista Italiano sta denunciando il depauperamento dell’apparato produttivo campano, la chiusura di importanti siti industriali, i ripetuti attacchi ai livelli di occupazione in tutto il
territorio regionale.

Con le altre forze dalla sinistra di opposizione, il PCI ha partecipato a manifestazioni di solidarietà ai lavoratori, chiedendo a Governo e Regione risposte serie e determinate.

La crisi sociale ed economica si sta aggravando vertiginosamente in conseguenza dell’emergenza Covid-19 e del blocco delle attività che essa ha comportato; nei prossimi mesi, se non vi sarà una netta inversione nelle
politiche economiche, il futuro del Mezzogiorno e della Campania sarà ancora più fosco e disperato e non basteranno le buone intenzioni ad affrontare la devastazione sociale dei territori.

Il Partito Comunista Italiano ritiene che la gravità della situazione imponga alla regione Campania ed al suo Presidente minor sicumera e maggiore capacità d’intervento nei vari scenari di crisi. Non è più tempo
(ammesso che lo sia mai stato) di battute salaci, di invettive spiritose, bisogna programmare politiche che prevedano sviluppo e occupazione. Il tempo a disposizione non è molto; s’intervenga al più presto!

Il PCI contribuirà alla costruzione di un’ampia mobilitazione per la difesa del lavoro e delle attività produttive.

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