Julian Assange e la “culla della democrazia e della libertà”

non estradare assange il giornalismo non è un crimine

Giorgio Langella – Dipartimento Lavoro PCI

Ci stanno dicendo che la parte del mondo nella quale viviamo è la culla della democrazia e della libertà. Ci assicurano che possiamo dire quello che vogliamo mentre in Russia, in Cina, a Cuba, in Venezuela ecc. stanno massacrando chi si discosta dalle decisioni del potere. Un potere brutale che soffoca tutto e tutti i dissidenti. Notizie martellanti che ci fanno “credere” che la giustizia e la libertà sia solo la nostra, quella delle “grandi democrazie” occidentali.

Poi uno legge una notizia come questa: “nuova sconfitta legale per Julian Assange. La giustizia britannica gli ha negato il ricorso alla Corte Suprema contro il via libera all’estradizione negli Usa dato nei mesi scorsi in appello. Con questa decisione si spalanca la strada alla consegna oltre oceano, dove il fondatore australiano di WikiLeaks rischia una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere documenti riservati contenenti anche informazioni su crimini di guerra commessi dalla forze americane in Iraq e Afghanistan.” (fonte lastampa.it 14 marzo 2022 ore 18.19) e tutto risulta una tragica burla.

 Perché la verità è un’altra, perché chi diffonde informazioni vere ma scomode rischia di rimanere in carcere a vita (175 anni per quanto riguarda Assange) anche nel “mondo libero”, perché la libertà di stampa e di opinione non è che un’utopia anche (o soprattutto) nelle “nostre belle democrazie”.

Adesso vediamo se i grandi opinionisti, i giornalisti che pontificano sempre e su ogni cosa puntando il dito contro le “dittature”, se i politici che fanno grandi dichiarazioni sulla nostra superiorità rispetto ad altri paesi in fatto di democrazia e libertà diranno qualcosa sulla persecuzione nei confronti di Julian Assange. Vediamo se i vari capi e capetti dei vari gruppi parlamentari andranno davanti alle ambasciate statunitense e britannica a pretendere che Assange sia liberato. Vediamo se lo faranno. Vediamo se, nella UE, presenteranno e voteranno mozioni di condanna nei confronti di chi vuole Assange in carcere, vinto, spento o se, invece, come sarà probabile, si schiereranno dalla parte dei persecutori.

La realtà, però, è questa: Assange viene dichiarato “nemico” perché ha diffuso la verità sulle nefandezze delle guerre promosse da USA e NATO e, per questo, non potrà vivere libero … anzi, non dovrà vivere.

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