Venezuela: la verità nascosta, stravolta.

di Mauro Alboresi, Segretario Nazionale PCI

Nei giorni scorsi, in “Esteri, PD nel mondo”, è stata data la notizia che una delegazione del governo ad interim del Presidente dell’Assemblea Legislativa del Venezuela, Juan Guaidò, è stata ricevuta, presso la Camera dei Deputati, da alcuni dirigenti del Partito Democratico.

In tale occasione “la delegazione venezuelana ha fatto riferimento con preoccupazione al deteriorarsi della situazione politica nel paese, a partire dal rinnovo unilaterale del Consiglio Nazionale Elettorale ordinato dal Tribunale Superiore di Giustizia, che getta una pesante ombra sulla possibilità di organizzare elezioni trasparenti e credibili” e “anche la recente minaccia di espulsione dell’ambasciatrice dell’Unione Europea, a seguito dell’applicazione delle sanzioni nei confronti di 11 dirigenti del governo venezuelano, è stato indicato come elemento significativo
relativamente all’atteggiamento autoritario del governo.”

La nota sottolinea che “a conferma del quadro di incertezza democratica e delle continue violazioni in materia di diritti civili, la delegazione ha ricordato i contenuti della recente nuova relazione dell’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite sui diritti umani”.

Come nella stessa riportato “la delegazione del PD ha ribadito come in campo internazionale sia proprio la difesa dei diritti umani, civili e politici, una opzione chiara ed irrinunciabile delle proprie politiche, e in questo senso ha confermato ai rappresentanti del presidente Guaidò la solidarietà del PD al popolo venezuelano in lotta per restituire al paese la piena vivibilità civile e democratica.

In questo senso l’Italia è impegnata in tutte le sedi, anzitutto nell’ambito della UE, a sostenere tutte le iniziative in grado di favorire un vero e costruttivo negoziato tra le parti che porti ad una soluzione democratica della grave crisi in atto, a partire dalla costituzione di un governo di
emergenza nazionale, quindi dalla indizione di elezioni nel rispetto di tutte le condizioni minime di sicurezza, trasparenza e agibilità politica di tutte le forze in campo”.

Abbiamo voluto riprendere interamente la nota in oggetto in quanto dice molto di come tale partito di governo affronta le questioni internazionali, segnatamente quella venezuelana.

Nessun riferimento al fatto che è il governo di Nicolas Maduro l’unico legittimato a governare, in quanto vincitore delle libere elezioni a suo tempo tenutesi nel paese, elezioni sulla cui regolarità si sono ampiamente pronunciati gli osservatori internazionali.

Nessun riferimento al fatto che è tale governo, così come prima di lui quello di Hugo Chàvez, ad essere fatto oggetto, in virtù delle scelte adottate, invise alle oligarchie ed agli interessi degli USA, di politiche di destabilizzazione violenta delle istituzioni, delle quali è espressione l’auto proclamazione di Juan Guaidò a presidente, nonché di vere e proprie aggressioni, come testimoniato dal tentativo di golpe ordito poco più di un anno fa attraverso gruppi paramilitari addestrati e provenienti dalla Colombia.

Nessun riferimento al vergognoso ed immorale embargo finanziario, economico, commerciale che colpisce le condizioni materiali del popolo venezuelano, un embargo che non è stato allentato neppure a fronte della pandemia da coronavirus, a sottolineare il disprezzo per la vita di uomini,
donne, bambini di coloro che l’hanno promosso, lo sostengono.

Un insieme di azioni, queste, volte a ribaltare la situazione, ma che ad oggi non hanno sortito effetto per la semplice ragione che la stragrande parte del popolo venezuelano è con il suo governo, con il suo presidente, si rifiuta di cedere al ricatto, all’imposizione, rivendica il diritto a scegliere il
proprio futuro.

Che il PD si ponga in tal modo di fronte ai fatti, sino a nasconderli, a stravolgerli, non desta meraviglia, del resto la politica estera che lo stesso dichiara e persegue da tempo come forza di governo, una politica subalterna agli USA, alla NATO, che investe anche l’UE, è nota.

Ciò che colpisce è ancora una volta la spregiudicatezza usata, il tentativo di giustificare certe prese di posizione in nome di principi che le stesse negano alla radice, in primo luogo quello di ogni popolo di potere decidere liberamente.

Noi, il PCI, anche relativamente alla questione venezuelana sappiamo da che parte stare: in difesa della rivoluzione bolivariana, del popolo venezuelano che ha scelto liberamente di sostenerla, contro l’imperialismo degli USA, contro coloro che lo sostengono, che si arrogano ancora una volta il diritto di decidere cosa è giusto o sbagliato per gli altri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *